... Lacrime di coccodrillo ~ La Dura Verità

lunedì 5 dicembre 2011

Lacrime di coccodrillo


Il grande giorno è arrivato. La manovra finanziaria è stata annunciata pubblicamente. Il grande tecnico Mario "Goldman Sachs" Monti ha sviluppato il suo piano per salvare l'Italia. Sospiro di sollievo, forse. Qualche giorno fa ha persino deciso di rinunciare al suo stipendio da Presidente ad interim, clamoroso. La folla incredula già si preparava a tessere bandiere da sventolare in piazza per inneggiare a favore del nostro Salvatore. Ora, però, manovra alla mano, ci accorgiamo che di buono c'è davvero poco. Non voglio puntare alla critica dei provvedimenti punto per punto, per evitare i soliti commenti dei fatalisti speranzosi che direbbero "Lascialo lavorare! Poi vediamo...". Quel che voglio, però, è chiedervi questo: davvero credete che sarà lui a risollevare l'Italia? Davvero credete che un arricchito ed abbellito piano di salvataggio che non fa altro che seguire gli ordini arrivati dall'alto, dal monte Olimpo degli dei della finanza, dalla BCE, possa salvarci la pelle?

Ve lo chiedo davvero, perché l'eccessiva dose di fiducia in qualcosa che non c'è, forse ancora figlia dell'abbandono di Berlusconi, è preoccupante.

Ci mancavano solo le lacrime della Fornero. Imbarazzanti. Che poi ci sarebbe da chiedersi quale ne sia stata la causa. La coscienza di mettere la faccia su di un documento che metterà in posizione ovina milioni di Italiani oppure un'eccellente esecuzione del Metodo Stanislavskij, con il quale l'attore (in questo caso, meglio il carnefice) si immedesima così bene nel personaggio (in questo caso, gli italiani) tanto da riuscire a provare le sue stesse sensazioni? Bella domanda. Sta di fatto che, a parer mio, quelle che avete visto sono bieche lacrime di coccodrillo. Nulla di più, nulla di meno.

La manovra finaziaria, dato l'Euro, considerato che è presente quel mezzo demoniaco realizzato per distruggerci chiamato Euro, tutto sommato, è piuttosto equa, bisogna ammetterlo. Occhio, ho detto piuttosto equa, sia chiaro. In una situazione politica ed economica, dove il problema andrebbe da ricercarsi alla base, nelle fondamenta del sistema economico, ovvero la perdita di sovranità monetaria degli stati dell'Eurosistema, Monti non avrebbe potuto far di meglio, si fa per dire. Se consideriamo l’Italia di oggi, Stato membro dell’Eurosistema che usa una moneta di fatto straniera che si chiama Euro, che le viene fornita interamente da prestatori privati (che non hanno alcuno scopo se non quello di speculare sul debito), così messa, deve, per sopravvivere, pareggiare i bilanci. E' verissimo. Non solo. Se davvero vogliamo arrivare alla tanta aspirata politica di austerità tanto richiamata da Monti, deve arrivare al surplus di bilancio, e, per farlo, lo Stato dovrà tassarci molto di più di quello che ci dà come ricchezza finanziaria o spingere a mille l'esportazione, cosa molto più difficile. Questo significa che dovremo tutti diventare più poveri, e soffrirne le orrende conseguenze sociali. Non si scappa. La ricetta di Monti non fa una grinza. Anzi, è troppo tenera. E non è ironia. Se quel che dobbiamo ripagare è un debito reale, un debito che abbiamo in confronto di terzi, dobbiamo per forza correre ai ripari.

Monti parla sempre di equità, di austerità, pareggio del bilancio, ma come crede di poterlo fare quando siamo schiavi di una moneta che non è nostra e paghiamo a caro prezzo? Come potremo mai azzerare il debito se la massa monetaria che abbiamo non sarà mai sufficiente a pagare gli interessi di qualcun altro? La risposta è che tutto questo è impossibile. E' solo un'illusione. Un potpourrì di parole e pianificazioni realizzate a tavolino per allietare l'animo inquieto dell'italiano medio che, così, potrà tornare a sperare in una politica salvifica. Il pareggio del bilancio è, economicamente parlando, un assassinio, qualcosa di assurdo. Guardate il Giappone. Quell'isoletta all'estremo est è tutt'ora la seconda economia al mondo ed ha un rapporto debito/PIL superiore al 200%. Peggio del nostro, insomma. Eppure, gli occhi a mandorla non si trovano in ginocchio come noi, non sono genuflessi a pregare che una Banca Centrale li aiuti a risolvere i loro problemi. E sapete perché? Due motivi. Prima di tutto perché il Giappone ha dentro i suoi confini quasi la totalità dei possessori dei titoli di debito, ma soprattutto perché il Giappone possiete tutt'ora la sua sovranità monetaria, quella che a noi manca ufficialmente dal 2002. La sua moneta, il Giappone, se la stampa. Non la deve prendere in prestito da terzi.
Il problema, quindi, non sta tanto nel debito pubblico in sé stesso, ma nella sua provenienza e nella moneta del Paese che ne è responsabile, badate bene.

Ovviamente, poi, se vogliamo considerare il piano etico, potremo parlare di come, i soldi, vadano sempre a prenderseli nelle sacche di quel bacino sociale ormai noto, cioè la classe medio-bassa. Quello è cristallino. Ma è inutile che facciate gli indignati solo adesso, l'abbiamo scelto noi sottomettendoci, per decenni, ad un sistema creato ad hoc per mantenere il divario abissale fra l'élite che ha in mano il potere ed il popolo. Prima c'erano i Re, i Principi, gli Imperi e in questi soggetti tu potevi vedere chiaramente chi ti rubava i soldi senza che nemmeno si preoccupasse più di tanto di nasconderlo. Ora, che numerosi banchetti sociali hanno pranzato con la parola democrazia, tutto ciò non può continuare ad esistere. Ed è per questo che nasce un sistema molto più grande e complesso che, di fatto, non cambierà mai le cose, ma renderà semplicemente legale e, diciamo così, infiocchettata con colori sgargianti da regalo natalizio l'usura e il dominio dell'élite sulla popolazione mondiale che perdura da secoli.

Quindi, cari miei, se credete che adesso ci risolleveremo (magari rincuorati dai mercati che risalgono e dallo spread che diminuisce), potete star tranquilli, non succederà.

Se credete che i ricchi della tv sommersi dalla pressione fiscale, per pareggiare i conti, vi proporranno nella tv che vi piace tanto reality show a basso costo con scenografie riesumate da colossal d'altri tempi come Ben Hur, vi sbagliate.

Se credete che il Briatore di turno dovrà mettersi a piangere per le "super tasse" che si andranno a imporre sui beni di lusso e le imbarcazioni da "principe della Costa Smeralda", vi sbagliate.

Non dubitate, le lacrime saranno solo nostre. Almeno finché non ci decideremo a capire che questo sistema non potrà mai migliorare la nostra situazione.


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2 commenti:

ALLORA ANCHE I MAIALI PIANGONO NON SOLO I COCCODRILLI

In verità io vi dico: da qui a sei mesi, quando l'euro starà per implodere, la BCE cambierà statuto e comincerà a comprare titoli del debito pubblico italiano.

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