... Prove tecniche ~ La Dura Verità

mercoledì 14 dicembre 2011

Prove tecniche


Aspettate un secondo. Mi sono forse perso qualcosa? Mario Monti e compagnia bella non erano mica quel fior fior di tecnici e d'esperti che avrebbero saputo cosa fare per tirarci fuori da questo oceano di fango in cui ci ritroviamo immersi? Non erano mica la soluzione perfetta per ridare credibilità all'Italia? A me pare di sì, eppure, a ben vedere, tutto fa pensare al contrario.

Partiamo dal principio. Dopo qualche settimana ci servono la loro manovra "Salva Italia", della quale ho già parlato qui, scatenando l'ira funesta di sindacati e cittadini che, la crisi, la vivono sul serio sulla loro pelle. I mass media festeggiano, si esaltano e, se avessero potuto, avrebbero pure distribuito immaginette devozionali del tecnocrate Mario Monti, con tanto di aureola sul capo. E poi? Cosa succede? I mercati, dopo due o tre giorni di gaia euforia con qualche punto percentuale in più, tornano a fare quello che hanno sempre fatto da decenni a questa parte: trovarsi un equilibrio, regolarsi, autonomamente. Le borse tornano giù, poi su, poi ancora giù. Lo spread risale. E Monti passa in penombra. Forse, dopotutto, non può mica fare tutto lui poverino, ci vuole tempo.

Bene, ma facciamo un passo indietro. Manovra finanziaria. La Fornero piange, l'automa Monti blatera le sue intenzioni con sicumera e decisioni e tutti noi cominciamo a procurarci un po' di vaselina. Tutto normale, ci siamo abituati, dopotutto. Poi, però, qualcuno comincia a farsi delle domande. Smette di drogarsi di fiducia ingiustificata e comincia a chiedersi "Ma, scusate un attimo, perché i soldi sempre i poveri cristi devono pagarli?". Comincia uno, proseguono in migliaia. L'immagine del consigliere di Goldman Sachs inizia a traballare un pochino. Poi arriva il colpo di genio. Dopo averci detto che quel che c'era nella manovra andava fatto, nonostante tutto, per salvare il Bel Paese, aprono le porte al dialogo. Propongono un patteggiamento. Apertura al problema delle pensioni, della franchigia sull'IMU, eccetera eccetera. Via con le correzioni.

Tutto bene, insomma. Facciamo la pace.

No, tutto bene un cazzo.
Dal nulla, senza che nessuno glielo abbia chiesto, arriva una squadra di eminentissimi tecnici invischiati in qualsiasi consorteria di potere sia in Italia, sia nel mondo e hanno bisogno di correggere? Eh? Forse il punto qui non è chiaro. Se avete studiato, se sapete cosa fare, se dovrete far meglio di Berlusconi e ominicchi al seguito, come minimo, dovete metterci in mano una manovra finanziaria che vada bene, subito. Per fare un lavoraccio da quattro soldi, con soldi raccattati a destra e a manca e rapine legalizzate nelle tasche dei poveri cittadini, per lasciare il Vaticano nella sua immagine di ipocrità bontà, per evitare di andare a prendere i soldi a chi evade, a chi specula sulla crisi, a chi si gode vacanze alle Hawaii con liquidazioni surreali, be', bastava e avanzava il caro Silvio. No? E invece no. Prima ci fanno stringere la cinghia e, poi, piano piano ci offrono di allentarla un pochino. Di tecnico, a me pare che non abbiano proprio nulla. Anzi, forse sì. Sono tipo i tecnici della Telecom. Li chiami perché non ti funziona il modem e loro ti propongono di cambiare tutto daccapo. Sapete che vi dico? Andate a farvi fottere.

Dopo arriva il momento di tagliare i soldi alla casta. Grandi sorrisi, buone proposte. Il team di Monti decide persino di non percepire stipendio (senza considerare che già prendono vitalizi milionari). Tutto fumo. Gli onorevoli s'indignano, la Mussolini minaccia di uccidersi, quasi, e di quei tagli non se ne fa nulla. I soldi ai politici proprio non si possono togliere, a quanto pare.

Parliamoci chiaro. Ci stanno palesemente prendendo per il culo. Ci tirano una bastonata alla schiena. Guardano quanto dolore sentiamo e poi ce ne tirano un'altra un po' più lieve, giusto per capire adesso come va. E vanno avanti così, volta per volta, finché il dolore lo sopportiamo e, con un po' di pomata, tutto passa.

Si prendono gioco di noi, insomma.

Ci hanno messo in un bel pentolone decorato e spazioso ormai da anni. E giorno per giorno alzano di poco la temperatura, così non ci scottiamo, ci abituiamo al calore, al sudore, alla sofferenza e, con un po' di pomata, tutto passa. Loro guardano fieri dall'esterno. Danno qualche mescolata qua e là, abbassano la fiamma ogni tanto per farci stare buoni, e poi riprendono a farci rosolare a fuoco lento.

Pensatela come volete, ma io non ci sto. Non mi stancherò mai di ripetere che non arriverà mai nessuno dall'alto a salvarci. O ci decidiamo ad uscire da questo pentolone o sarà troppo tardi. Comincio a sentire le chiappe che scottano.

Proviamo noi a fargli vedere cosa significa soffrire davvero, andiamo noi a prenderci quel che ci spetta, ora. Poi se sentono male, che stiano tranquilli, con un po' di pomata, tutto passa.


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1 commenti:

Ragazzi è inutile discuterne su un blog che se gli girano possono chiudere in un attimo...... piuttosto queste domeniche al posto che andare a fare i "vandali" - e per vandali generalizzo visto ke si regala denaro a società milionarie - nei soliti stadi organizziamoci e andiamo a riprenderci un pò della nostra dignità come paese visto che siamo derisi da paesi meno sviluppati economicamente di noi. basta un sacrificio infinitamente piccolo - sono le spese di viaggio per andare a roma - e diamo inizio alla rivoluzione italiana cazzo

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