... La Dura Verità

Prove tecniche

Si consiglia di preparare la Vaselina

Sono indignato. Eppure ieri sono rimasto a casa.

Ecco perché manifestare, in questo modo, non serve a nulla...

RFID, come stanno davvero le cose

Uno dei tanti modi per controllarci

Antonio Gramsci - Indifferenti

Odio gli indifferenti

martedì 24 gennaio 2012

Il debito pubblico non è il nostro problema!


Porca puttana.
Sì, inizio così questo articolo che, poi, più che altro è una valvola di sfogo per tutte quelle dabbenaggini che ci propinano in tv e di cui molti di noi continuano a nutrirsi, quasi fossero legati ad un catetere dal quale non riescono proprio a liberarsi.
Ho lasciato alle spalle questo blog per qualche tempo, per vari motivi che non sto qui ad enumerarvi. Ma, santa miseria, sono arrivato al limite di sopportazione. Vedo troppa gente che inesorabile perdura nell’adulare il Sig. “Goldman Sachs” Mario Monti; vedo troppa gente che si illude che la sua grande manovra (anzi, ora sono due, prima la fase 1 e poi la fase 2, manco fosse un piano di guerra) possa salvare il paese. Vorrei provare a mantenere toni pacati, ma non ci riesco proprio.

Cristo santo, vi volete svegliare!? Ogni giorno nei tg e sui giornali, da mesi ormai continuano a rimbombare prepotenti due parole: debito e austerità. Molto belle, devo dire. Leggendo poi gli articoli e vedendo i servizi che ci costruiscono, su queste due belle parole, quasi mi commuovo. Sembra quasi che il Paese sia davvero ripartito, che abbiamo di nuovo ingranato la prima dopo anni persi a maneggiare con quel cambio, quasi fossimo alla prima lezione di guida. Ebbene, sono tutte puttanate. Anzi, Puttanate, con la p maiuscola. Il nostro problema non è il debito IN SÉ e l’austerità è un omicidio economico e la bastonata letale che trascinerà l’Italia (e gran parte dell’Europa) nel baratro.

A pensarci bene, potreste tranquillamente dire: “Ma chi sei tu per dirlo?”. Va bene, vi do ragione, non sono nessuno. Il problema, però, è che non è solo Steve, un cittadino qualunque, a dirlo! Il problema vero è che, tanto per citarni alcuni, sono Standard & Poor’s, Charles Dallara dell’Institute of International Finance o grandi economisti come Paul Krugman e Jan Hatzius a dirlo! Ma nessuno vuole prestare attenzione. I media non ne parlano e allora noi, peccando di sufficienza, ci accontentiamo di ciò che ci viene detto e sopportiamo questa assurda macelleria sociale che non farà altro che peggiorare la nostra situazione.

Non è il debito in sé il nostro problema, ché se fosse denominato in una moneta sovrana e NON in Euro, non causerebbe nulla, neppure fosse al 300% sul PIL. E non è necessario essere degli economisti di chissà quale livello per capirlo! Guardate l’evidenza! La Spagna che, come noi, è succube di una moneta non sovrana ha un debito pubblico che si aggira attorno al 60% del PIL. Per farvi un’idea dovete sapere che il nostro, secondo le previsioni, a fine 2012 dovrebbe raggiungere il 125,3% del Prodotto Interno Lordo. Ebbene, a rigor di logica, la Spagna dovrebbe stare sensibilmente meglio di noi, visto che il grande problema del debito che supera il PIL non ce l’ha. E invece no. Come sapete, vedete e leggete la Spagna è alla gogna da tempo, tanto da fare anch’essa parte dei cosiddetti PIGS (i Paesi maiali, quelli da buttare via, Portogallo Italia Grecia e, appunto, Spagna). E il perché non ve lo siete chiesti?
Altro esempio. Dal 1994 al 1998 l’Italia con moneta sovrana, stavolta, riuscì a raggiungere un rapporto d’indebitamento che toccò un massimo del 132%. A memoria ricordate qualche dramma mediatico riguardo alla crisi, al debito, all’austerity? Probabilmente no. Perché? Ve lo siete chiesti perché?
Altro esempio. Riporto un commento di Paolo Barnard riguardo un articolo apparso su La Repubblica del 13 Gennaio. L’articolo faceva così:

A metà degli anni '90 l'Italia appariva, a giudizio della stessa agenzia di rating che oggi ha tagliato drasticamente il suo giudizio (proprio la Standard & Poor’s, nda), come una delle economie-leader dell'Unione europea con una crescita media annua superiore al 2% nell'ultimo decennio. S&P's apprezzava allora il record italiano di un tasso d'inflazione moderato (media del 5,8% nel decennio); la responsabile condotta della Banca d'Italia, nonostante il persistente elevato livello del disavanzo pubblico (stimato nel 9,4% del prodotto interno lordo nel 1994) ed il gravoso e crescente debito (124% del PIL); il forte tasso di risparmio (15% del PIL) e la concentrazione in mani nazionali ed europee del debito italiano”.

Ora leggete i commenti di Barnard, dati alla mano:

1) S&P's apprezzava allora il record italiano di un tasso d'inflazione moderato (media del 5,8% nel decennio) – Oggi l’Italia del ‘virtuoso’ Euro ha un’inflazione cha va dal 1,7% al 3%. Ma siamo alla gogna.

2) Nonostante il persistente elevato livello del disavanzo pubblico ed il gravoso e crescente debito (124% del PIL)[...] apprezzava il forte tasso di risparmio (15% del PIL) – Avete letto bene? Sì, benissimo, avete letto la parola ‘risparmio’, non ‘debito’ dei cittadini. E allora permettetemi di gridarlo: CON LA MONETA SOVRANA IL DEFICIT E L’ALTO DEBITO DELL’ITALIA ERANO IL RISPARMIO DEI CITTADINI, IL RISPARMIO! NON IL DEBITO DEI CITTADINI. Lo scriveva S&P, non Paolo Barnard o chissà chi altro. Il deficit e il debito pubblico italiani sono diventati il debito dei cittadini, e grido di nuovo, SOLO CON L’INTRODUZIONE DEL CATASTROFICO EURO, che è moneta non sovrana che l’Italia deve prendere in prestito dai mercati privati, e che non può emettere.

3) Nonostante la concentrazione in mani nazionali ed europee del debito italiano – esattamente come oggi, ma allora era debito in moneta sovrana, ecco la differenza.

Questo giusto per darvi un’idea con quale assenza di cognizione di causa si trattino questi temi e quanta disinformazione vi sia al riguardo.

Volete ancora un esempio di come il debito e l’austerità non c’entrino nulla? Ecco cosa ha dichiarato qualche giorno fa Standard & Poor’s: “Le riunioni dei leader della UE si concentrano sui temi sbagliati. L’adozione di pacchetti di austerità per ridurre i deficit non identificano i rischi reali. Infatti durante i primi 10 anni dell’Euro la Germania aveva uno dei deficit più alti in assoluto, mentre la Spagna aveva pareggio di bilancio”. Capite bene, loro stessi, per bocca di Moritz Kraemer ovvero uno dei più importanti analisti che si occupa di dare quelle tanto odiose BBB di cui sentiamo parlare, ci dicono che tutta questo patema riguardo il debito, di fatto, non è il problema centrale! La Spagna era un modello di disciplina di bilancio, ed è finita alla gogna. La Germania, con una pagella pessima, ha sempre volato. Perché? Perché, provo a ridirlo un’altra volta, il problema NON è il deficit. Il problema è l’Euro che è una moneta non sovrana, sono gli interessi che dobbiamo pagare a terzi, a scellerati privati, a caro prezzo.

La questione emblematica è che basterebbe un po’ di critica, di riflessione personale per capire che è decisamente impossibile anche solo pensare di risanare un’economia decimando la base monetaria di cui essa dispone praticando l'austerità. Come puoi far rinascere un Paese se privi il suo popolo dei soldi che ha in tasca? Soprattutto, poi, chiedendo allo Stato di mantenere pareggio in bilancio, ovvero di spendere non più di quanto incassa? Lo capirebbe un fagiano morto che se lo Stato spende 100 per noi, ma poi ci tassa 100, cioè fa il pareggio di bilancio, noi cittadini e aziende andiamo a zero nel portafogli. E come faranno cittadini e aziende a rilanciare l’economia se per anni andranno a zero coi loro risparmi? Lo dovete capire: la ricchezza di cittadini e aziende, senza l’apporto dei soldi dello Stato è una quantità fissa chiusa un contenitore stagno. Non aumenta, cioè i risparmi non aumentano da sé. Gira in tondo, passa da mano a mano, passa da qui a là, e da là a qui, e basta. La moneta non si crea dal nulla, il paese non cresce per caso, guadagnando di più, se non è lo Stato a buttarceli dentro questi soldi! E se, come oggi, la base monetaria di cui disponiamo è scarsa e in calo, chi può investire in produzione e in posti di lavoro? Nessuno, zero. E se, come oggi, un Monti ce la restringe ancora di più quella ricchezza attraverso la fantomatica austerità, ci saranno crisi e ancora crisi, ma volute a tavolino da questo sistema criminale. Lo Stato può salvare un Paese solo se può iniettare denaro nuovo in quel contenitore (che è la nostra economia) più di quanto gli tolga in tasse, cioè se NON farà il pareggio di bilancio. In questo modo noi cittadini e aziende avremo risparmio da investire in economia e occupazione. Ma questa iniezione vitale è possibile solo con una moneta che lo Stato può creare per sé, cioè una moneta sovrana, NON l’Euro. Non è il debito pubblico il problema, non è il deficit. Non ci salveremo con le austerità, anzi.

Ce lo grida il mondo intero, il vero dramma è una moneta non sovrana. Capitelo.

Oppure no, continuate pure a godervi lo spettacolo.

Attenzione, però: con lo sciopero dei camionisti rischiate di non potervi nemmeno comprare i pop corn; affrettatevi, le riserve nei supermercati stanno per finire.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

mercoledì 14 dicembre 2011

Prove tecniche


Aspettate un secondo. Mi sono forse perso qualcosa? Mario Monti e compagnia bella non erano mica quel fior fior di tecnici e d'esperti che avrebbero saputo cosa fare per tirarci fuori da questo oceano di fango in cui ci ritroviamo immersi? Non erano mica la soluzione perfetta per ridare credibilità all'Italia? A me pare di sì, eppure, a ben vedere, tutto fa pensare al contrario.

Partiamo dal principio. Dopo qualche settimana ci servono la loro manovra "Salva Italia", della quale ho già parlato qui, scatenando l'ira funesta di sindacati e cittadini che, la crisi, la vivono sul serio sulla loro pelle. I mass media festeggiano, si esaltano e, se avessero potuto, avrebbero pure distribuito immaginette devozionali del tecnocrate Mario Monti, con tanto di aureola sul capo. E poi? Cosa succede? I mercati, dopo due o tre giorni di gaia euforia con qualche punto percentuale in più, tornano a fare quello che hanno sempre fatto da decenni a questa parte: trovarsi un equilibrio, regolarsi, autonomamente. Le borse tornano giù, poi su, poi ancora giù. Lo spread risale. E Monti passa in penombra. Forse, dopotutto, non può mica fare tutto lui poverino, ci vuole tempo.

Bene, ma facciamo un passo indietro. Manovra finanziaria. La Fornero piange, l'automa Monti blatera le sue intenzioni con sicumera e decisioni e tutti noi cominciamo a procurarci un po' di vaselina. Tutto normale, ci siamo abituati, dopotutto. Poi, però, qualcuno comincia a farsi delle domande. Smette di drogarsi di fiducia ingiustificata e comincia a chiedersi "Ma, scusate un attimo, perché i soldi sempre i poveri cristi devono pagarli?". Comincia uno, proseguono in migliaia. L'immagine del consigliere di Goldman Sachs inizia a traballare un pochino. Poi arriva il colpo di genio. Dopo averci detto che quel che c'era nella manovra andava fatto, nonostante tutto, per salvare il Bel Paese, aprono le porte al dialogo. Propongono un patteggiamento. Apertura al problema delle pensioni, della franchigia sull'IMU, eccetera eccetera. Via con le correzioni.

Tutto bene, insomma. Facciamo la pace.

No, tutto bene un cazzo.
Dal nulla, senza che nessuno glielo abbia chiesto, arriva una squadra di eminentissimi tecnici invischiati in qualsiasi consorteria di potere sia in Italia, sia nel mondo e hanno bisogno di correggere? Eh? Forse il punto qui non è chiaro. Se avete studiato, se sapete cosa fare, se dovrete far meglio di Berlusconi e ominicchi al seguito, come minimo, dovete metterci in mano una manovra finanziaria che vada bene, subito. Per fare un lavoraccio da quattro soldi, con soldi raccattati a destra e a manca e rapine legalizzate nelle tasche dei poveri cittadini, per lasciare il Vaticano nella sua immagine di ipocrità bontà, per evitare di andare a prendere i soldi a chi evade, a chi specula sulla crisi, a chi si gode vacanze alle Hawaii con liquidazioni surreali, be', bastava e avanzava il caro Silvio. No? E invece no. Prima ci fanno stringere la cinghia e, poi, piano piano ci offrono di allentarla un pochino. Di tecnico, a me pare che non abbiano proprio nulla. Anzi, forse sì. Sono tipo i tecnici della Telecom. Li chiami perché non ti funziona il modem e loro ti propongono di cambiare tutto daccapo. Sapete che vi dico? Andate a farvi fottere.

Dopo arriva il momento di tagliare i soldi alla casta. Grandi sorrisi, buone proposte. Il team di Monti decide persino di non percepire stipendio (senza considerare che già prendono vitalizi milionari). Tutto fumo. Gli onorevoli s'indignano, la Mussolini minaccia di uccidersi, quasi, e di quei tagli non se ne fa nulla. I soldi ai politici proprio non si possono togliere, a quanto pare.

Parliamoci chiaro. Ci stanno palesemente prendendo per il culo. Ci tirano una bastonata alla schiena. Guardano quanto dolore sentiamo e poi ce ne tirano un'altra un po' più lieve, giusto per capire adesso come va. E vanno avanti così, volta per volta, finché il dolore lo sopportiamo e, con un po' di pomata, tutto passa.

Si prendono gioco di noi, insomma.

Ci hanno messo in un bel pentolone decorato e spazioso ormai da anni. E giorno per giorno alzano di poco la temperatura, così non ci scottiamo, ci abituiamo al calore, al sudore, alla sofferenza e, con un po' di pomata, tutto passa. Loro guardano fieri dall'esterno. Danno qualche mescolata qua e là, abbassano la fiamma ogni tanto per farci stare buoni, e poi riprendono a farci rosolare a fuoco lento.

Pensatela come volete, ma io non ci sto. Non mi stancherò mai di ripetere che non arriverà mai nessuno dall'alto a salvarci. O ci decidiamo ad uscire da questo pentolone o sarà troppo tardi. Comincio a sentire le chiappe che scottano.

Proviamo noi a fargli vedere cosa significa soffrire davvero, andiamo noi a prenderci quel che ci spetta, ora. Poi se sentono male, che stiano tranquilli, con un po' di pomata, tutto passa.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

lunedì 5 dicembre 2011

Lacrime di coccodrillo


Il grande giorno è arrivato. La manovra finanziaria è stata annunciata pubblicamente. Il grande tecnico Mario "Goldman Sachs" Monti ha sviluppato il suo piano per salvare l'Italia. Sospiro di sollievo, forse. Qualche giorno fa ha persino deciso di rinunciare al suo stipendio da Presidente ad interim, clamoroso. La folla incredula già si preparava a tessere bandiere da sventolare in piazza per inneggiare a favore del nostro Salvatore. Ora, però, manovra alla mano, ci accorgiamo che di buono c'è davvero poco. Non voglio puntare alla critica dei provvedimenti punto per punto, per evitare i soliti commenti dei fatalisti speranzosi che direbbero "Lascialo lavorare! Poi vediamo...". Quel che voglio, però, è chiedervi questo: davvero credete che sarà lui a risollevare l'Italia? Davvero credete che un arricchito ed abbellito piano di salvataggio che non fa altro che seguire gli ordini arrivati dall'alto, dal monte Olimpo degli dei della finanza, dalla BCE, possa salvarci la pelle?

Ve lo chiedo davvero, perché l'eccessiva dose di fiducia in qualcosa che non c'è, forse ancora figlia dell'abbandono di Berlusconi, è preoccupante.

Ci mancavano solo le lacrime della Fornero. Imbarazzanti. Che poi ci sarebbe da chiedersi quale ne sia stata la causa. La coscienza di mettere la faccia su di un documento che metterà in posizione ovina milioni di Italiani oppure un'eccellente esecuzione del Metodo Stanislavskij, con il quale l'attore (in questo caso, meglio il carnefice) si immedesima così bene nel personaggio (in questo caso, gli italiani) tanto da riuscire a provare le sue stesse sensazioni? Bella domanda. Sta di fatto che, a parer mio, quelle che avete visto sono bieche lacrime di coccodrillo. Nulla di più, nulla di meno.

La manovra finaziaria, dato l'Euro, considerato che è presente quel mezzo demoniaco realizzato per distruggerci chiamato Euro, tutto sommato, è piuttosto equa, bisogna ammetterlo. Occhio, ho detto piuttosto equa, sia chiaro. In una situazione politica ed economica, dove il problema andrebbe da ricercarsi alla base, nelle fondamenta del sistema economico, ovvero la perdita di sovranità monetaria degli stati dell'Eurosistema, Monti non avrebbe potuto far di meglio, si fa per dire. Se consideriamo l’Italia di oggi, Stato membro dell’Eurosistema che usa una moneta di fatto straniera che si chiama Euro, che le viene fornita interamente da prestatori privati (che non hanno alcuno scopo se non quello di speculare sul debito), così messa, deve, per sopravvivere, pareggiare i bilanci. E' verissimo. Non solo. Se davvero vogliamo arrivare alla tanta aspirata politica di austerità tanto richiamata da Monti, deve arrivare al surplus di bilancio, e, per farlo, lo Stato dovrà tassarci molto di più di quello che ci dà come ricchezza finanziaria o spingere a mille l'esportazione, cosa molto più difficile. Questo significa che dovremo tutti diventare più poveri, e soffrirne le orrende conseguenze sociali. Non si scappa. La ricetta di Monti non fa una grinza. Anzi, è troppo tenera. E non è ironia. Se quel che dobbiamo ripagare è un debito reale, un debito che abbiamo in confronto di terzi, dobbiamo per forza correre ai ripari.

Monti parla sempre di equità, di austerità, pareggio del bilancio, ma come crede di poterlo fare quando siamo schiavi di una moneta che non è nostra e paghiamo a caro prezzo? Come potremo mai azzerare il debito se la massa monetaria che abbiamo non sarà mai sufficiente a pagare gli interessi di qualcun altro? La risposta è che tutto questo è impossibile. E' solo un'illusione. Un potpourrì di parole e pianificazioni realizzate a tavolino per allietare l'animo inquieto dell'italiano medio che, così, potrà tornare a sperare in una politica salvifica. Il pareggio del bilancio è, economicamente parlando, un assassinio, qualcosa di assurdo. Guardate il Giappone. Quell'isoletta all'estremo est è tutt'ora la seconda economia al mondo ed ha un rapporto debito/PIL superiore al 200%. Peggio del nostro, insomma. Eppure, gli occhi a mandorla non si trovano in ginocchio come noi, non sono genuflessi a pregare che una Banca Centrale li aiuti a risolvere i loro problemi. E sapete perché? Due motivi. Prima di tutto perché il Giappone ha dentro i suoi confini quasi la totalità dei possessori dei titoli di debito, ma soprattutto perché il Giappone possiete tutt'ora la sua sovranità monetaria, quella che a noi manca ufficialmente dal 2002. La sua moneta, il Giappone, se la stampa. Non la deve prendere in prestito da terzi.
Il problema, quindi, non sta tanto nel debito pubblico in sé stesso, ma nella sua provenienza e nella moneta del Paese che ne è responsabile, badate bene.

Ovviamente, poi, se vogliamo considerare il piano etico, potremo parlare di come, i soldi, vadano sempre a prenderseli nelle sacche di quel bacino sociale ormai noto, cioè la classe medio-bassa. Quello è cristallino. Ma è inutile che facciate gli indignati solo adesso, l'abbiamo scelto noi sottomettendoci, per decenni, ad un sistema creato ad hoc per mantenere il divario abissale fra l'élite che ha in mano il potere ed il popolo. Prima c'erano i Re, i Principi, gli Imperi e in questi soggetti tu potevi vedere chiaramente chi ti rubava i soldi senza che nemmeno si preoccupasse più di tanto di nasconderlo. Ora, che numerosi banchetti sociali hanno pranzato con la parola democrazia, tutto ciò non può continuare ad esistere. Ed è per questo che nasce un sistema molto più grande e complesso che, di fatto, non cambierà mai le cose, ma renderà semplicemente legale e, diciamo così, infiocchettata con colori sgargianti da regalo natalizio l'usura e il dominio dell'élite sulla popolazione mondiale che perdura da secoli.

Quindi, cari miei, se credete che adesso ci risolleveremo (magari rincuorati dai mercati che risalgono e dallo spread che diminuisce), potete star tranquilli, non succederà.

Se credete che i ricchi della tv sommersi dalla pressione fiscale, per pareggiare i conti, vi proporranno nella tv che vi piace tanto reality show a basso costo con scenografie riesumate da colossal d'altri tempi come Ben Hur, vi sbagliate.

Se credete che il Briatore di turno dovrà mettersi a piangere per le "super tasse" che si andranno a imporre sui beni di lusso e le imbarcazioni da "principe della Costa Smeralda", vi sbagliate.

Non dubitate, le lacrime saranno solo nostre. Almeno finché non ci decideremo a capire che questo sistema non potrà mai migliorare la nostra situazione.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

domenica 16 ottobre 2011

Sono indignato. Eppure ieri sono rimasto a casa.

Ecco, ci risiamo... Ieri, 15 Ottobre 2011, la gente ha fatto di nuovo il gioco di coloro che si divertono a giocare con le loro vite.


Da tutte le parti del mondo si manifesta per difendere i propri diritti, le proprie libertà. L'attesa è tanta. La voglia di farsi sentire pure. Ma, ancor maggiore, è la triste illusione che porta con sé questa giornata.
Eh sì, perché a ben vedere, gli Indignados (così si fanno chiamare i manifestanti, prendendo ispirazione dal movimento 15M spagnolo) non hanno fatto altro che il gioco di coloro che tanto li indigna, la classe governante. Ma forse sono solo supposizioni...
Le evidenze che portano ad una tale conclusione sono tante, specialmente qui in Italia, ma su tutte c'è la straordinaria copertura televisiva di quest'agitazione. Già da settimane le tv ed i giornali italiani continuavano a dare visibilità e credito ad un movimento di massa che ancora doveva verificarsi, quasi a volersi porre dalla parte del cittadino che, illuso, si convinceva di ottenere quella misera importanza che anni di mispolitica gli avevano trafugato. Ebbene, il motivo che sta alle spalle di tutto questo interessamento è semplice: prendersi gioco di noi. Sì, perché alimentando e fomentando questa voglia di ribellarsi i media hanno convogliato gli animi dei cittadini delusi in una manifestazione che, di fatto, di utilità pratica aveva ben poco. Se davvero un evento di così grande coinvolgimento in termine di partecipanti, che ha come scopo quello di sovvertire il sistema, avesse davvero messo paura a chi ci governa, per quale motivo i media - da sempre manipolati dall'establishment - avrebbero dovuto parlarne? Sarebbe stato un autogol pazzesco. Pubblicizzare un movimento che ha come apparente unico scopo quello di sovvertire la situazione attuale in cui banche e governanti ci sguazzano a meraviglia? Assurdo. Ma forse sono solo supposizioni...

E poi, pensandoci bene, c'è dell'altro. Cavolo...ad essere sinceri è un po' scioccante. I perbenisti e moralisti la prenderebbero troppo male, forse non dovrei parlarne... O forse sì. Be', insomma, per quale motivo - come al solito - in una manifestazione che si promette pacifica saltano fuori i cosiddetti black bloc? Da buon complottista (come piace definire chi non abbocca a tutto ciò che dice la tv), una spiegazione ce l'avrei. E se per caso qualcuno ce li avesse mandati apposta? Voglio dire, non è la prima volta che una giornata del genere degeneri in guerriglia; non è la prima volta che nei notiziari tv della sera si parli solo della violenza che la mente umana degenerata può produrre; non è la prima volta che, a causa di ciò, passi in secondo piano la reale maggioranza dei manifestanti. Quindi, perché dovrebbero essere davvero dei cittadini comuni quei guerriglieri in nero che, pensandoci bene, non fanno altro che annullare una manifestazione che potrebbe solo giovare alle loro vite? "Manie di protagonismo, mancanza di intelligenza" dirà qualcuno. Ma ad essere sinceri anche il peggior boss del ghetto si accorge che il sistema ci sta crollando addosso. Non è possibile che persone comuni (i tg parlano di studenti del liceo, anche se a me sembrano molto più grandi) si muovano in massa per distruggere l'unica occasione che abbiamo di farci valere, no. La realtà è un'altra. I black bloc, quantomeno i presunti tali, sono dei mercenari di tutto punto, scelti da chi ci governa o chi per esso, per non far altro che confondere le acque, mettere in cattiva luce il cittadino e nascondere la voglia di rivoluzione della popolazione. Pensateci bene. Se foste il politico di turno, quale sarebbe il modo migliore per disperdere la forza di un'indignazione pandemica, sapendo che sedare e limitare l'occupazione sarebbe impossibile? Spostare il centro dell'attenzione su tutt'altro.
Detto fatto.
I black bloc, come sempre, sono riusciti alla perfezione in quest'intento. Ma forse sono solo supposizoni...

Guardate. Sembrano o non sembrano dei giovani liceali senza cervello? Io credo siano un tantino più grandi, ma forse mi sbaglio. Magari vanno appena alle medie.

Tutti i tg della sera, nessuno escluso, hanno puntato i fari su di loro. La macchina del fango ha cominciato a funzionare e la voglia di ribellione e di cambiamento di migliaia di italiani armati solo di buonsenso è andata a farsi fottere. L'unica cosa che passa in primo piano è l'oscenità che qualche centinaio di persone, la minoranza, è riuscito a scatenare. E questo a cosa porta? Porta a demoralizzare l'individuo, a convincerlo che non potremo mai cambiare nulla, perché ci sarà sempre l'idiota di turno che sputtana tutto. L'animo del singolo è ferito nel suo punto più debole. L'arma psicologica di cui è protagonista la tv è micidiale. L'indignazione è per un po' sedata e l'assurdo piano del politico è completato. Il giorno dopo la vita riprende spenta come tutti i giorni, con i voti di fiducia ridicoli, con le false promesse e le palle degli italiani che cadono giù, sempre più in basso. Quanto vi ci vuole per capire che se vi permettono di mettervi in piazza, di riunirvi, significa che non hanno paura di voi? Fra quanto inizierete a capire che tutto questo è solo un'intrigante valvola di sfogo? Ma forse sono solo supposizioni...

Ve lo dico io, però, a cosa servono realmente queste giornate. Servono a dare il contentino al cittadino medio, quello che il 24 Ottobre non aspetta altro che l'inizio del Grande Fratello. Queste giornate servono ad illuderlo di aver fatto la sua parte, di avere la coscienza pulita così che possa dirsi "Be', io in piazza ci sono andato. Che potevo fare di più?". E invece no. Non è questo il modo di cambiare la realtà. Non si fa una rivoluzione con bandierine, palloncini e il permesso della questura. Non si ripulisce l'economia con la benedizione del caro sig. Draghi che, cadendo nella più triste indecenza, pur essendo a capo della causa maggiore del malessere della popolazione dice di essere dalla parte degli indignati. No. La credibilità della politica è ai minimi storici. Il sistema economico è prossimo al collasso. Il debito pubblico è destinato, inevitabilmente ad aumentare, eppure siete disposti a mettervi in piazza, sicuri di riprendere il giorno dopo la vita di tutti i giorni. Non è così che si fa. Una rivoluzione si fa con le idee. Una rivoluzione si fa con i controcogloni. Una rivoluzione si fa solo guidati il coraggio di dare un taglio netto col passato. Una rivoluzione è, in primo luogo, quella che sta nello spirito, che ci permette di darci coraggio per dire "Ora basta. Non sto più ai vostri giochi". E non dev'essere solo una rivolta contro un ordine preesistente, ma il costituire di un nuovo ordine in contraddizione con quello tradizionale. Un totale cambiamento. E, allora, non basta andare in piazza a cantare l'inno, non basta occupare Wall Street se poi il giorno dopo si torna alla vita normale. La rivoluzione avverrà solo quando noi tutti saremo disposti a cancellare il passato, una volta per tutte. La vera rivoluzione l'hanno fatta i cittadini islandesi, che hanno avuto il coraggio di dire "No! Il debito ve lo pagate voi!" e hanno saputo ricostruire un governo da zero.

Se il 14 luglio 1789 i parigini fossero andati a prendere la Bastiglia con fiori, cartelloni e tanta musica, in Francia ci sarebbe ancora la monarchia assoluta. Chi ha orecchie per intendere, intenda...

Prima di occupare le piazze, ci sarebbe da occupare il cervello, con idee e determinazione.

Nota: lascia perplessi anche l'origine di tutti questi maestosi movimenti rivoluzionari. Per una volta, diamo i meriti a Daniele di Lo Sai che, a suo modo, ha dato un'interpretazione ben condivisibile.



Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 2 settembre 2011

La grandiosa farsa di September Clues


Per chi non conoscesse di cosa si sta parlando, September Clues è uno pseudo documentario di Simon Shack datato 2008, che potete trovare qui nella sua versione in italiano, nel quale si vuole dimostrare che tutto ciò che abbiamo visto l'11 Settembre 2001 sui nostri teleschermi, cioè l'impatto degli aerei contro le Twin Towers, fosse semplicemente un accurato lavoro di videomontaggio di immagini in leggera differita. Mi spiego meglio. Secondo il documentario, brevemente, le immagini, che noi crediamo fossero in diretta, erano in realtà in ritardo di qualche secondo; ritardo che serviva a chi di dovere per poter sovrapporre al flusso video da trasmettere in televisione l'aereo che avrebbe colpito poi la torre. September Clues è quindi il documentario di spicco della cosiddetta teoria no-planes.

Proverò ora a dimostrare, una volta per tutte, come una teoria del genere sia insostenibile e, nondimeno, semplicemente un buon appiglio per permettere che coloro i quali non credono alla Versione Ufficiale possano venire offesi e etichettati come creduloni di teorie surreali, come questa.

Tralasciando le altre bizzarre ipotesi come, ad esempio, quella secondo cui vennero sfruttati dei giganteschi ologrammi, veniamo al dunque. L'articolo viene diviso in due parti: la prima dimostrerà come una teoria del genere è logicamente insostenibile, la seconda invece mostrerà gli errori tecnici del documentario.


Parte 1


WTC 2 - TORRE SUD

La maggior parte dei video di September clues si concentra, principalmente, sull'impatto del secondo aereo. Questo perché, per il primo, i network americani non potevano essere preparati a riprendere. Dal momento che, secondo questa teoria, nessun aereo ha colpito la torre, dobbiamo supporre che l'esplosione, quindi, sia avvenuta in un predeterminato istante, grazie a qualcuno che l'ha innescata, e che successivamente si sia sovrapposto il video di un aereo che si schianta in quei precisi secondi. Se ognuno facesse un piccolo remind nella propria testa dei fantastici effetti speciali di Hollywood, ci potrebbe anche credere, ma qui la questione è un'altra. Escludendo le persone che si trovavano in una posizione sfavorevole (ad Est, ad esempio), la questione qui riguarda le centinaia di persone che, aventi la visuale libera, stavano col naso all'insù guardando il WTC1, ovvero la Torre Nord, che fumava da qualche minuto. Queste persone, dunque, avrebbero dovuto vedere la Torre Sud, subito affianco, esplodere improvvisamente senza che nulla vi ci fosse schiantato contro. Chi, come me, conosce la mole di traffico di pedoni che passa per quella zona, può facilmente immaginare quante persone fossero davvero ben posizionate e attente nell'ossservare la Torre Nord in fiamme e parlare di migliaia non diventa eccessivo. Ciò significa che quindi moltissime persone avrebbero visto la Torre Sud esplodere senza un reale motivo visibile. L'unica via per poter credere ad una tale teoria è ipotizzare che tutte queste persone, sicure di non aver visto alcun aereo, siano state fatte tacere o quanto meno portate a testimoniare a favore di un grosso aereo che si schianta contro l'edificio. Capite bene che un cover up del genere, coinvolgente centinaia e centinaia di persone, sarebbe potuto a mala pena stare in piedi mezzo secolo fa, quando Internet non esisteva; ma al giorno d'oggi, dove la mole di informazioni che percorre il web spacca il decimo di secondo, un insabbiamento di questo tipo avrebbe avuto necessariamente il filo da torcere.

Ma proseguiamo. Dal momento che, sempre secondo il documentario, l'aereo è stato sovrapposto in un secondo momento, le immagine a noi giunte devono per necessità essere state tutte quante manipolate. E se ciò può essere vero considerando esclusivamente le immagini delle tv statunitensi, non può invece essere logicamente accettabile ammettendo la presenza di molti altri video amatoriali che riprendono l'impatto. Immaginare che video come questo, questo, oppure questo e tanti altri siano stati tutti falsificati è, a dir poco, irrazionale.

WTC 1 - TORRE NORD

Vista l'impreparazione ad un tale attacco terroristico e quindi la quasi totale assenza di osservatori, è plausibile pensare che la teoria no-plane potrebbe reggere quantomeno nell'ambito del primo impatto. Ma, di fatto, c'è un video molto discusso che mette a tacere anche questa ipotesi. Il video in questione è il seguente:


Non dimentichiamoci poi che, se alle spalle di questo oscuro attentato ci sono menti che l'hanno architettato e organizzato, vien facile pensare che sfruttare una tecnica così azzardata sia a dir poco ridicolo, visti i rischi nei quali si può incorrere. Perché mai io che posseggo tutti i mezzi di cui ho bisogno, se voglio far credere che degli aerei facciano crollare le Torri, non dovrei usarne due veri ma dovrei bensì affidarmi ad un videomontaggio che per un qualsivoglia problema potrebbe saltare? Un po' strano, sbaglio?


Parte 2


Mi occuperò ora dei più palesi errori del documentario, tralasciando le pretenziose parti dove si afferma che la FOX abbia volontariamente oscurato l'impatto con la sua banda inferiore (quella dove scorrono le notizie), oppure dove l'aereo sembra una sfera semplicemente perché con luce forte le ali grigiastre perdono di definizione e così via.

Una delle principali evidenze che September Clues propone come prova della falsità delle immagini distribuite è il cosiddetto nose-out, ovvero la fuoriuscita, dal lato opposto all'impatto, di una sagoma che pareidolicamente sembrerebbe rappresentare l'anteriore dell'aereo.



In primo luogo smentiamo un'altra falsa prova. Nei primi secondi del video si vede uno zoom in 3 fasi. Nel campo largo, i teorici della no-plane affermano che non si vede alcun aereo sulla destra che, poi, compare poco dopo una volta che lo zoom raggiunge la terza fase. La risposta è semplice: non doveva essere nell'inquadratura! Se facciamo un calcolo fra la velocità dell'aereo e i secondi che mancano all'impatto ci accorgiamo che nei primi istanti l'aereo era giustamente più a destra dell'inquadratura. Ma torniamo al nose-out. Per dimostrare la veridicità della loro affermazione dimostrano come il "naso" dell'aereo in entrata e in uscita combacino perfettamene, ma è semplicemente un buona scelta di immagini e un abile gioco di fade in/fade out. Infatti, per prima cosa, vengono scelti i due frame del nose in/ nose out che più si assomigliano, poi vengono entrambi ammorbiditi per ridurre la pixelizzazione ed infine vengono sovrapposti con un abile stratagemma: il nose in viene pian piano fatto affievolire, per rendere visibile solo il nose out che, di fatto, combacia con sé stesso.

Ecco il video che lo dimostra: nose out hoax.
Nello stesso video poi, da altra angolazione, si può chiaramente vedere come quella sagoma sia semplicemente uno sbuffo che fuoriesce dall'edificio a seguito dell'esplosione!
Per chi non fosse ancora soddisfatto, prendiamo in considerazione questi screen tratti da September Clues (SC d'ora in poi).

Secondo l'autore la ripresa si forma di due parti separate: la prima a sinistra senza manipolazioni e l'altra, precisamente nella metà opposta dello schermo, dove l'aereo viene semplicemente sovrapposto facendo scomparire non appena tocca la Torre Sud. Per spiegarci meglio, l'aereo che è un su un livello differente rispetto alla ripresa tv, attraversa il campo visivo da destra verso sinistra per poi sparire pian piano che attraversa la torre, perché la maschera (cioè il montaggio da sovrapporre) è stato realizzato in questo modo. Ricordiamo: avendo sempre come riferimento il centro della schermata. Questo può avvenire se il chopper che sta riprendendo si mantiene immobile, dividendo perfettamente le due metà aventi come limite il vertice sinistro della Torre.


Ma affidandosi al vento, SC afferma come l'elicottero si sia leggermente spostato verso sinistra traslando la metà dello schermo di qualche centimetro, facendo sì che, quindi, la maschera da sovrapporre a destra non fosse più allineata con l'edificio. Ecco perché, sempre secondo SC, abbiamo il nose out. Ma vediamo, anche in questo caso, dove sta l'errore.

 

Con lo spostamento verso sinistra dell'elicottero, anche la maschera deve irrimediabilmente essersi anch'essa spostata di qualche centimetro. Ciò significa che se abbiamo un aeroplano che sfora sulla sinistra, avremmo dovuto anche avere un velivolo che scompare gradualmente non al momento dell'impatto virtuale con l'edificio, ma qualche centimetro più in là.

In verde possiamo vedere come avrebbe dovuto lavorare la maschera sovrapposta con un corretto allineamento. Per esempio, avrebbe dovuto far sparire gradualmente l'aereo 3cm prima del termine della schermata. Dal momento che l'algoritmo deve per forza essere rimasto invariato, la maschera avrebbe dovuto comportarsi allo stesso modo benché il margine si fosse spostato di qualche millimetro a causa dell'elicottero (schema in viola); l'aereo quindi avrebbe dovuto sparire a 3cm dal margine, distanza alla quale l'edificio è già stato superato! Ma ciò non è successo, dal momento che è naturalmente svanito entrando completamente nella Torre Sud, ergo, la teoria di SC non è da considerarsi valida.


Dal minuto 11:40 in poi si mostra come, con inquadrature pressoché identiche, l'aereo sembri arrivare da traiettorie e punti differenti. Questo è un errore di fondo, perché non tiene conto delle diverse telecamere, dei diversi obiettivi e dei diversi settaggi che cambiano drasticamente la prospettiva e la profondità del campo. Con un approccio pressoché orizzontale, noi possiamo percepire come l'aereo sia in ripida discesa verso l'edificio, ma ciò è semplicemente un errore di valutazione e una distorsione del campo visivo. Non possiamo infatti affermare la ripidità con la quale l'aereo stia avvicinandosi all'edificio, perché frontalmente, non possiamo percepire la distanza che l'aereo ha invece percorso prima di raggiungere la Torre Sud! Se vi metteste a guardare qualcuno scendere da uno scivolo frontalmente, vi sembrerebbe che questi discenda in una perfetta verticale, ciò però non vuol dire che lo stia facendo realmente. Quindi, l'affermazione che le due traiettorie diverse sono una prova della falsificazione televisiva, senza tener conto di tutti i fattori tecnici che le possono aver causate, non può essere sostenuta.


Al minuto 13:30 ci si chiede per quale motivo lo sfondo sia magicamente scomparso. La risposta è anche qui semplice: parallasse, ovvero il fenomeno per cui un oggetto sembra spostarsi rispetto allo sfondo se si cambia, anche leggermente, il punto di osservazione. Più l'oggetto che osserviamo è a distanza (la parallasse è un fenomeno cardine per l'osservazione delle stelle) e più ci sembra che si muova lo sfondo alle sue spalle. Quindi, parlando di una ripresa fatta da un elicottero a distanza di qualche kilometro, con una buona dose di zoom, un semplice movimento verso l'alto o verso il basso non ci darebbe la chiara idea del cambio d'inquadratura, ma sposterebbe invece radicalmente lo sfondo in secondo piano. Il discorso si ripete anche successivamente, confrontando le riprese amatoriali da diversi edifici, dove le strutture circostanti sembra spostarsi allegramente da una parte all'altra. Per comprendere a fondo il fenomeno della parallasse, c'è un video che vi aiuterà.


Minuto 22:20, viene mostrato l'aereo che si schianta contro la torre con un anomala livrea scura. L'anomalia non esiste, difatti, la colorazione scura è semplicemente dovuto all'ombra che la Torre e il fumo producono in quella direzione.

SC prosegue facendo ascoltare i diversi suoni dell'impatto contro gli edifici. Be'? Cosa c'è di strano? Prima di tutto apparecchiature diverse posso riprendere suoni con intensità/intonazione diversa e poi non c'è mica da stupirsi se le televisioni statunitensi hanno deciso di aggiungere un po' di sale con suoni dal film di Hollywood. Lo fanno sempre.

Per la questione dell'aereo che penetra completamente nell'edificio, si faccia una semplice ricerca sui blog di Attivissimo, su Luogocomune.net, etc che su questo punto hanno dato ampia spiegazione.

Il documentario volge un'altra affermazione pretenziosa: quasi tutti gli interlocutori con i quali i network si collegarono erano dipendenti o ex dipendenti televisivi. La questione non è affatto strana. Se si vogliono chiedere testimonianze a caldo, è preferibile rivolgersi a persone che all'audience televisivo paiono più affidabili (l'italiano medio dà più retta alla testimonianza di Maria de Filippi, che a quella della comune massaia di Voghera), ma soprattutto si cerca di evitare fuori programma spiacevoli. Un dipendente televisivo ha una minima idea di come comportarsi in diretta tv, un comune mortale no. Cosa sarebbe successo se avessero passato la linea ad un povero cittadino shockato che al momento del secondo impatto si fosse messo a bestemmiare o ad urlare come un pazzo?

Si va avanti con ipotesi pretenziose, non verificate, sulle quali poi si basa tutta una teoria di falsificazione. Essendo la base insostenibile, tutta l'articolazione della teoria si fonda su un'ipotesi errata e, quindi, non può essere accettata. L'ipotesi che alcuni video amatoriali siano stati falsificati, che alcuni dei testimoni abbaino visto Cesna, aerei più piccoli o missili non dimostrano che due arei in realtà non colpirono le Torri.

Nella parte finale di SC vengono comparati i due filmati di Hlava ed Hezarkhani nei quali, per il solito problema di parallasse e diversa apparecchiatura, sembrano cambiare gli edifici in primo piano: il Whitehall Building prima e il Rector St. Building poi. Si tratta semplicemente di un difetto comune nelle riprese video e foto, come spiegato precedentemente. Per dimostrarlo date un'occhiata a queste foto, prese utilizzando obiettivi con lunghezza focale differente, ma mantenendo la dimensione del oggetto in primo piano pressoché costante.



                                         28mm                                                                                            50mm
                                                                                                               
                                           
                                             100mm                                                                                50mm
                                      

E per coloro che si stessero chiedendo per quale motivo non fosse possibile vedere il Deutsche Bank Building, la risposta anche qui è evidente. Se frontalmente può sembrare che quel nero edificio sia immediatemente dietro il Rector Building, la realtà è ben diversa, come dimostrato qui.

Questo è quanto. Posso affermare in conclusione che September Clues non è nient'altro che un tentativo forzato di trovare una verità diversa, solo per ottenere un po' di notorietà offendendo il lavoro di centinaia di persone che, invece, si stanno occupando seriamente di come andarono le cose quel giorno. Ipotizzare che un attentato di queste dimensioni sia stato affidato al semplice utilizzo di grafica virtuale è illogico, sconveniente e ridicolo.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

martedì 30 agosto 2011

11 Settembre: ACME vs Sertes

Come sapete, nell'ultimo periodo c'è stato un acceso dibattito, nato dalla conferenza fra Riccardo "Sertes" Pizzirani e Attivissimo, sull'11 Settembre.


Dopo aver visto l'intero video, ho indicato la mia replica alle posizioni prese da Paolo Attivissimo in questo post:
http://www.facebook.com/note.php?note_id=269578163059120
Successivamente, Manuel Mc Bodge Grillo (da ora Manuel) ha postato una replica sul suo blog:
http://thetalkingcricket.wordpress.com/2011/08/10/176/
A questa è seguita una serie di commenti di Pizzirani, che potete trovare qui:
http://www.facebook.com/LaDuraVerita/posts/150484061701602
Non contento, tornato dalle vacanze, il buon Manuel ha pubblicato un nuova serie di repliche, sempre sul suo blog:
http://thetalkingcricket.wordpress.com/2011/08/30/acme-2/
Pizzirani, ormai stufo di risposte che di fatto deviano il discorso su altre questioni, ha risposto così. Seguono citazioni da commenti di Riccardo:

Punto 1. Ho affermato che la testimonianza di Mineta, avvenuta di fronte alla 9/11 Commission non è stata riportata sul 9/11 Commission Report.
L'articolo cosa risponde a questo fatto: "Come ti ha indicato Paolo, la testimonianza non è stata omessa: la puoi trovare qui. (http://www.9-11commission.gov/archive/hearing2/9-11Commission_Hearing_2003-05-23.htm)"
Cos'è il link? E' la trascrizione della testimonianza avvenuta di fronte alla 9/11 Commission. Allora di cosa cazzo stiamo parlando, di quanto posso sopportare delle menzogne e delle prese in giro prima di mandare affanculo qualcuno? TI HO DETTO CHE LA TESTIMONIANZA NON E' STATA RIPORTATA SUL 9/11 COMMISSION REPORT.

Punto 2. "Quella del NIST non è “La versione ufficiale“: è una ricostruzione"
Vabbè, altro caso in cui si mente sapendo di mentire. Il Congresso degli Stati Uniti ha dato mandato al NIST, tramite la legge HR 4687 di studiare come e perchè sono avvenuti i tre crolli, e il Presidente Bush ha controfirmato tale legge. Il rapporto NCSTAR1 è l'unica e definitiva Versione Ufficiale dei crolli delle Twin Towers, e il rapporto NCSTAR1A è l'unica e definitiva Versione Ufficiale del crollo del WTC7.
http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/upload/hr46871.pdf

Punto 3. ACME aveva detto "la descrizione della dinamica del crollo (che non è descritta in una sola pagina di relazione)", io avevo chiesto di indicare esattamente le pagine in cui viene descritta la dinamica del crollo, ed ecco la risposta: "Da pagina 81/131 a pagina 154/204 (73 pagg. del capitolo 6: “Reconstruction of the Collapses“)". Peccato che se poi uno va a leggere questo capitolo mostra la risposta strutturale delle twin towers agli impatti degli aerei e l'espandersi dell'incendio. ALLA DINAMICA DEL CROLLO E' DEDICATA UNA SOLA PAGINETTA, QUELLA DEL PARAGRAFO 6.14.4 (PAGINA 146/196) CHE GUARDACASO SI INTITOLA "EVENTS FOLLOWING COLLAPSE INITIATION" QUINDI DI NUOVO SI MENTE SAPENDO DI MENTIRE.

Ai punti 4 e 5 non ha nemmeno provato ad abbozzare una risposta. Complimenti.
Come al resto... nega la caduta libera, nega la versione ufficiale.

E' clamoroso il punto 12, in cui il signor ACME ci spiega la sua personalissima opinione non suffragata da nulla (e ci credo che Paolo Attivissimo pur di non dire una stronzata tale abbia preferito tacere in proposito!): il timone di coda impatta SENZA LASCIARE TRACCIA SULLA FACCIATA (ricordiamoci, a 800km/h), quindi da verticale si piega all'indietro fino ad assumere assetto orizzontale al pari della fusoliera, cui rimane attaccato, e viene trascinato all'interno del pentagono. In pratica non era un 757-233, era un transformer.

Ultima nota: le 13 testimonianze della rotta nord: il nostro conclude con "Le testimonianze della CITGO si scontrano con i fatti." Per me va bene, l'ho detto più volte: l'unico modo per dire che il 757 è ciò che ha abbattuto i pali è sostenere che 13 testimoni oculari si sbagliano tutti allo stesso modo. Se tu sostieni questo, per me va bene. Pur di salvare la V.U. denigri 13 testimoni oculari, ma di certo la sai più lunga tu qua in Italia nel 2011 di loro che erano al pentagono l'undici settembre.

Non posso perdere altro tempo con chi mente sapendo di mentire, in settimana uscirà il mio articolo riguardo al dibattito. Spero che nel frattempo Paolo Attivissimo abbia la buona creanza di prendere le distanze dalle menzogne scritte da questo personaggio.

In sostanza. La realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti. Ma se la questione non si è risolta in 10 anni, è ovvio che chi non vuole credere all'evidenza, negherà incessantemente. Ora e sempre.

sabato 27 agosto 2011

RFID: come stanno davvero le cose

Prima di passare al vero perché di questo articolo, il tentativo di dimostrare che tecnologie volte al controllo mentale e alla geolocalizzazione possano davvero esistere, occorre spiegare - stando ad una definizione ufficiale - prima di tutto cosa s'intende per RFID.


Da Wikipedia: in telecomunicazioni ed elettronica RFID (o Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio frequenza) è una tecnologia per l'identificazione e/o memorizzazione dati automatica di oggetti, animali o persone basata sulla capacità di memorizzazione di dati da parte di particolari dispositivi elettronici (detti TAG o transponder) e sulla capacità di questi di rispondere all'"interrogazione" a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili chiamati per semplicità' "lettori" a radiofrequenza comunicando le informazioni in essi contenute.
Per parlarci chiaro un tipo di RFID è quello che troviamo incollato dietro le custodie dei cd comprate nella grandi catene o centri commerciali.


Bene, ciò significa che la possibilità di ricevere e trasmettere esiste ma, come faceva notare Lo sai (che temi il confronto), la questione cruciale è la dimensione che deve avere questo dispositivo per portare con sé un trasponder. Ci si chiede quindi quanto debba essere grande per poter essere innestato in un individuo mantenendo però le capacità di trasmettere dati anche a distanze e non solo attraverso un vicino lettore, come avviene per i cosìddetti tag passivi.
Premetto, come al solito, che non m'interessa al momento dell'esistenza di un progetto occulto volto al controllo della popolazione globale. Non ho le fonti né i mezzi per saperlo. Quello che conta, ora, è verificare se al giorno d'oggi o fra qualche anno sarà possibile disporre di una tecnologia di questo tipo. Anche senza dati alla mano, la risposta, parer mio, è palese: sì, considerando l'esponenziale velocità con la quale la tecnologia avanza e riduce le sue dimensioni. Basti pensare a qualche GigaByte di memoria che fino a qualche decennio fa occupava un'intera stanza ed, ora, può essere contenuto in microSD di pochi millimetri. A livello commerciale i microchip sono già ufficialmente in grado di sostituire le carte d'identità, le carte di credito monitorare la nostra salute o “garantire la nostra sicurezza” e il loro ingresso nella società è solo questione di tempo. Pertanto il problema trasponder (antenna per trasmettere dati) è solo un falso problema nel senso che una volta diffusa la tecnologia dei microchip per attivarla a distanza nei centri commerciali come all’interno di intere città basterà predisporre i dispositivi necessari. E ciò senza contare il fatto che gli straordinari successi delle nanotecnologie arriveranno a garantire nei prossimi anni sistemi di ricetrasmissione wireless e witricity di dimensioni sempre più ridotte con chip ancora più avanzati e potenti.
Dal momento che però è difficile giungere a conclusioni certe riguardo a dimensioni e potenze di trasmissioni (esempio pratico, in Messico inpiantano 10000 tag RFID antirapimento, ma subito dopo c'è anche la smentita di alcuni ricercatori) vorrei però porvi di fronte a un'altra modalità con la quale l'RFID potrebbe essere utilizzato per localizzarci e controllare i nostri movimenti.

Provate ad immaginare un mondo senza privacy. Dove ogni vostro acquisto è monitorato e registrato in un database e ogni vostro possesso viene numerato. Dove qualcuno in qualche altro stato ha il pieno resoconto di tutto ciò che avete comprato, di tutto ciò che possedete, di ogni oggetto nel vostro armadio. Dove questi oggetti possono persino essere tracciati da remoto. E una volta che ogni vostro effetto personale è registrato in un database e può essere localizzato, voi stessi potete venire localizzati e monitorati da remoto attraverso le cose che indossate, trasportate o con le quali interagite ogni giorno. Basta, ad esempio, mettere un tag RFID nel retro dell'etichetta di qualsiasi indumento, o in altri prodotti.
Idee di questo tipo sono state chiaramente esposte alla Frontline Expo di Chicago nel 2004.
E questa, cari miei, non è fantascienza o mistificazione. E' realtà! L'IBM ha registrato un brevetto (20020165758) dove si espongono le tecniche per poter localizzare e tracciare i movimenti delle persone attraverso gli acquisti, i centri commerciali, etc. Nel brevetto stesso l'IBM spiega: "Le registrazioni dei gli acquisti precedenti di ogni persona, che si forma in un negozio, sono raccolte da terminali (quali ad esempio il ricevitore di cassa) e sistemati in un database. Quando una persona portante o indossando un oggetto con tag RFID entra nel negozio o in altre aree designate, uno scanner per RFID localizzato all'interno scansiona i tag su quella persona e legge le contenute informazioni. Queste informazioni raccolte dalla persona sono correlate con altre transazioni raccolte nel database per mezzo di conosciuti algoritmi di correlazione. Basandosi sui risultati di questa correlazione, l'esatta identità della persona o talune caratteristiche della stessa possono essere determinate con sicurezza. Quest'informazione viene usata, poi, per monitorare i movimenti della persona attraverso negozi e altre aree". L'IBM continua affermando che: "...invece di determinare l'esatta identità della persona, è possibile altresì determinare altre caratteristiche, per esempio demografiche, della persona (età, razza, sesso, etc) basandosi su predeterminate informazioni statistiche. Per esempio, se gli oggetti che porta con sé sono di marchi molto costosi (orologio Rolex), allora la persona viene classificata nella branchia delle persone benestanti. In un altro esempio, se ciò che porta con sé sono per lo più oggetti femminili, allora la persona viene con ogni probabilità associata ad una donna". L'IBM stessa prosegue poi nominando un dispositivo chiamato "person tracking unit" che può essere sfruttate per localizzarci: "Una volta che i dati democrafici e identificativi di una persona sono stati determinati, il person tracking unit elabora dati su queste informazioni per tracciare la persona nel momento in cui questa si muove attraverso le aree di trasmissione. Il person tracking unit potrebbe asseggnare un numero di tracciamento ad ogni persona identificata e conservarlo in associazione a tutte le informazioni riguardo i prodotti portati con sé". Ma qui viene il bello. Sempre nel brevetto, l'IBM suggerisce anche un'altra applicazione: "Sebbene il sistema della presente invenzione è stato descritto in relazione a negozi, può essere sfruttato in altri luogi come ad esempio aeroporti, stazioni dei treni e dei bus, ascensori, treni stessi e aeroplani, bagni, stadi, librerie, teatri, musei, etc". Eh, sì...ci controlleranno anche nell'ascensore e nelle librerie. Mah.

Il brevetto conclude affermando che un possibile utilizzo potrebbe essere quello di fornire specifici spot pubblicitari, ad esempio su schermi elettronici distribuiti in città, scelti appositamente individuo per individuo man mano che questo percorre la strada. Ma io ho già in mente quali potrebbero essere altre possibili applicazioni, ben più nefaste. Solo ipotesi, ovvio.
Nulla ci dice se verranno messe in pratica oppure no, quel che è certo è che le Majors si stanno attuando in vista di possibili attività di controllo per mezzo dell'RFID.

"Il diffuso uso di tag RFID sui prodotti come ad esempio vestiti renderebbe possibile per la localizzazione delle persone, animali e oggetti su larga scala, un invasione della privacy di proporzioni orwelliane" (Brevetto IBM n. 20020116274).

Credete davvero che sia così difficile controllarci? Ormai privacy è un termine che dobbiamo eliminare dal nostro vocabolario. Fatevene una ragione.

Brevetto IBM 20020165758

Per ora lasciamo da parte la questione del controllo mentale. Vi porto solo, come esempio, la vicenda di Paolo Dorigo, incarcerato per 13 anni erroneamente accusato di attacco ad una base americana, il quale afferma di essere stato innestato in carcere di un corpo estraneo (microchip?) - con tanto di referti medici - che gli causa disturbi visivi, auditivi, etc. Il suo nome è balzato agli onori della cronaca per un breve periodo per poi sparire...
Il sito di Paolo Dorigo dove trovare referti, articoli e testimonianze.




Fonte: "Spychips: how major corporations and government plan to track your every move with RFID".

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More