... agosto 2011 ~ La Dura Verità

Prove tecniche

Si consiglia di preparare la Vaselina

Sono indignato. Eppure ieri sono rimasto a casa.

Ecco perché manifestare, in questo modo, non serve a nulla...

RFID, come stanno davvero le cose

Uno dei tanti modi per controllarci

Antonio Gramsci - Indifferenti

Odio gli indifferenti

martedì 30 agosto 2011

11 Settembre: ACME vs Sertes

Come sapete, nell'ultimo periodo c'è stato un acceso dibattito, nato dalla conferenza fra Riccardo "Sertes" Pizzirani e Attivissimo, sull'11 Settembre.


Dopo aver visto l'intero video, ho indicato la mia replica alle posizioni prese da Paolo Attivissimo in questo post:
http://www.facebook.com/note.php?note_id=269578163059120
Successivamente, Manuel Mc Bodge Grillo (da ora Manuel) ha postato una replica sul suo blog:
http://thetalkingcricket.wordpress.com/2011/08/10/176/
A questa è seguita una serie di commenti di Pizzirani, che potete trovare qui:
http://www.facebook.com/LaDuraVerita/posts/150484061701602
Non contento, tornato dalle vacanze, il buon Manuel ha pubblicato un nuova serie di repliche, sempre sul suo blog:
http://thetalkingcricket.wordpress.com/2011/08/30/acme-2/
Pizzirani, ormai stufo di risposte che di fatto deviano il discorso su altre questioni, ha risposto così. Seguono citazioni da commenti di Riccardo:

Punto 1. Ho affermato che la testimonianza di Mineta, avvenuta di fronte alla 9/11 Commission non è stata riportata sul 9/11 Commission Report.
L'articolo cosa risponde a questo fatto: "Come ti ha indicato Paolo, la testimonianza non è stata omessa: la puoi trovare qui. (http://www.9-11commission.gov/archive/hearing2/9-11Commission_Hearing_2003-05-23.htm)"
Cos'è il link? E' la trascrizione della testimonianza avvenuta di fronte alla 9/11 Commission. Allora di cosa cazzo stiamo parlando, di quanto posso sopportare delle menzogne e delle prese in giro prima di mandare affanculo qualcuno? TI HO DETTO CHE LA TESTIMONIANZA NON E' STATA RIPORTATA SUL 9/11 COMMISSION REPORT.

Punto 2. "Quella del NIST non è “La versione ufficiale“: è una ricostruzione"
Vabbè, altro caso in cui si mente sapendo di mentire. Il Congresso degli Stati Uniti ha dato mandato al NIST, tramite la legge HR 4687 di studiare come e perchè sono avvenuti i tre crolli, e il Presidente Bush ha controfirmato tale legge. Il rapporto NCSTAR1 è l'unica e definitiva Versione Ufficiale dei crolli delle Twin Towers, e il rapporto NCSTAR1A è l'unica e definitiva Versione Ufficiale del crollo del WTC7.
http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/upload/hr46871.pdf

Punto 3. ACME aveva detto "la descrizione della dinamica del crollo (che non è descritta in una sola pagina di relazione)", io avevo chiesto di indicare esattamente le pagine in cui viene descritta la dinamica del crollo, ed ecco la risposta: "Da pagina 81/131 a pagina 154/204 (73 pagg. del capitolo 6: “Reconstruction of the Collapses“)". Peccato che se poi uno va a leggere questo capitolo mostra la risposta strutturale delle twin towers agli impatti degli aerei e l'espandersi dell'incendio. ALLA DINAMICA DEL CROLLO E' DEDICATA UNA SOLA PAGINETTA, QUELLA DEL PARAGRAFO 6.14.4 (PAGINA 146/196) CHE GUARDACASO SI INTITOLA "EVENTS FOLLOWING COLLAPSE INITIATION" QUINDI DI NUOVO SI MENTE SAPENDO DI MENTIRE.

Ai punti 4 e 5 non ha nemmeno provato ad abbozzare una risposta. Complimenti.
Come al resto... nega la caduta libera, nega la versione ufficiale.

E' clamoroso il punto 12, in cui il signor ACME ci spiega la sua personalissima opinione non suffragata da nulla (e ci credo che Paolo Attivissimo pur di non dire una stronzata tale abbia preferito tacere in proposito!): il timone di coda impatta SENZA LASCIARE TRACCIA SULLA FACCIATA (ricordiamoci, a 800km/h), quindi da verticale si piega all'indietro fino ad assumere assetto orizzontale al pari della fusoliera, cui rimane attaccato, e viene trascinato all'interno del pentagono. In pratica non era un 757-233, era un transformer.

Ultima nota: le 13 testimonianze della rotta nord: il nostro conclude con "Le testimonianze della CITGO si scontrano con i fatti." Per me va bene, l'ho detto più volte: l'unico modo per dire che il 757 è ciò che ha abbattuto i pali è sostenere che 13 testimoni oculari si sbagliano tutti allo stesso modo. Se tu sostieni questo, per me va bene. Pur di salvare la V.U. denigri 13 testimoni oculari, ma di certo la sai più lunga tu qua in Italia nel 2011 di loro che erano al pentagono l'undici settembre.

Non posso perdere altro tempo con chi mente sapendo di mentire, in settimana uscirà il mio articolo riguardo al dibattito. Spero che nel frattempo Paolo Attivissimo abbia la buona creanza di prendere le distanze dalle menzogne scritte da questo personaggio.

In sostanza. La realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti. Ma se la questione non si è risolta in 10 anni, è ovvio che chi non vuole credere all'evidenza, negherà incessantemente. Ora e sempre.

sabato 27 agosto 2011

RFID: come stanno davvero le cose

Prima di passare al vero perché di questo articolo, il tentativo di dimostrare che tecnologie volte al controllo mentale e alla geolocalizzazione possano davvero esistere, occorre spiegare - stando ad una definizione ufficiale - prima di tutto cosa s'intende per RFID.


Da Wikipedia: in telecomunicazioni ed elettronica RFID (o Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio frequenza) è una tecnologia per l'identificazione e/o memorizzazione dati automatica di oggetti, animali o persone basata sulla capacità di memorizzazione di dati da parte di particolari dispositivi elettronici (detti TAG o transponder) e sulla capacità di questi di rispondere all'"interrogazione" a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili chiamati per semplicità' "lettori" a radiofrequenza comunicando le informazioni in essi contenute.
Per parlarci chiaro un tipo di RFID è quello che troviamo incollato dietro le custodie dei cd comprate nella grandi catene o centri commerciali.


Bene, ciò significa che la possibilità di ricevere e trasmettere esiste ma, come faceva notare Lo sai (che temi il confronto), la questione cruciale è la dimensione che deve avere questo dispositivo per portare con sé un trasponder. Ci si chiede quindi quanto debba essere grande per poter essere innestato in un individuo mantenendo però le capacità di trasmettere dati anche a distanze e non solo attraverso un vicino lettore, come avviene per i cosìddetti tag passivi.
Premetto, come al solito, che non m'interessa al momento dell'esistenza di un progetto occulto volto al controllo della popolazione globale. Non ho le fonti né i mezzi per saperlo. Quello che conta, ora, è verificare se al giorno d'oggi o fra qualche anno sarà possibile disporre di una tecnologia di questo tipo. Anche senza dati alla mano, la risposta, parer mio, è palese: sì, considerando l'esponenziale velocità con la quale la tecnologia avanza e riduce le sue dimensioni. Basti pensare a qualche GigaByte di memoria che fino a qualche decennio fa occupava un'intera stanza ed, ora, può essere contenuto in microSD di pochi millimetri. A livello commerciale i microchip sono già ufficialmente in grado di sostituire le carte d'identità, le carte di credito monitorare la nostra salute o “garantire la nostra sicurezza” e il loro ingresso nella società è solo questione di tempo. Pertanto il problema trasponder (antenna per trasmettere dati) è solo un falso problema nel senso che una volta diffusa la tecnologia dei microchip per attivarla a distanza nei centri commerciali come all’interno di intere città basterà predisporre i dispositivi necessari. E ciò senza contare il fatto che gli straordinari successi delle nanotecnologie arriveranno a garantire nei prossimi anni sistemi di ricetrasmissione wireless e witricity di dimensioni sempre più ridotte con chip ancora più avanzati e potenti.
Dal momento che però è difficile giungere a conclusioni certe riguardo a dimensioni e potenze di trasmissioni (esempio pratico, in Messico inpiantano 10000 tag RFID antirapimento, ma subito dopo c'è anche la smentita di alcuni ricercatori) vorrei però porvi di fronte a un'altra modalità con la quale l'RFID potrebbe essere utilizzato per localizzarci e controllare i nostri movimenti.

Provate ad immaginare un mondo senza privacy. Dove ogni vostro acquisto è monitorato e registrato in un database e ogni vostro possesso viene numerato. Dove qualcuno in qualche altro stato ha il pieno resoconto di tutto ciò che avete comprato, di tutto ciò che possedete, di ogni oggetto nel vostro armadio. Dove questi oggetti possono persino essere tracciati da remoto. E una volta che ogni vostro effetto personale è registrato in un database e può essere localizzato, voi stessi potete venire localizzati e monitorati da remoto attraverso le cose che indossate, trasportate o con le quali interagite ogni giorno. Basta, ad esempio, mettere un tag RFID nel retro dell'etichetta di qualsiasi indumento, o in altri prodotti.
Idee di questo tipo sono state chiaramente esposte alla Frontline Expo di Chicago nel 2004.
E questa, cari miei, non è fantascienza o mistificazione. E' realtà! L'IBM ha registrato un brevetto (20020165758) dove si espongono le tecniche per poter localizzare e tracciare i movimenti delle persone attraverso gli acquisti, i centri commerciali, etc. Nel brevetto stesso l'IBM spiega: "Le registrazioni dei gli acquisti precedenti di ogni persona, che si forma in un negozio, sono raccolte da terminali (quali ad esempio il ricevitore di cassa) e sistemati in un database. Quando una persona portante o indossando un oggetto con tag RFID entra nel negozio o in altre aree designate, uno scanner per RFID localizzato all'interno scansiona i tag su quella persona e legge le contenute informazioni. Queste informazioni raccolte dalla persona sono correlate con altre transazioni raccolte nel database per mezzo di conosciuti algoritmi di correlazione. Basandosi sui risultati di questa correlazione, l'esatta identità della persona o talune caratteristiche della stessa possono essere determinate con sicurezza. Quest'informazione viene usata, poi, per monitorare i movimenti della persona attraverso negozi e altre aree". L'IBM continua affermando che: "...invece di determinare l'esatta identità della persona, è possibile altresì determinare altre caratteristiche, per esempio demografiche, della persona (età, razza, sesso, etc) basandosi su predeterminate informazioni statistiche. Per esempio, se gli oggetti che porta con sé sono di marchi molto costosi (orologio Rolex), allora la persona viene classificata nella branchia delle persone benestanti. In un altro esempio, se ciò che porta con sé sono per lo più oggetti femminili, allora la persona viene con ogni probabilità associata ad una donna". L'IBM stessa prosegue poi nominando un dispositivo chiamato "person tracking unit" che può essere sfruttate per localizzarci: "Una volta che i dati democrafici e identificativi di una persona sono stati determinati, il person tracking unit elabora dati su queste informazioni per tracciare la persona nel momento in cui questa si muove attraverso le aree di trasmissione. Il person tracking unit potrebbe asseggnare un numero di tracciamento ad ogni persona identificata e conservarlo in associazione a tutte le informazioni riguardo i prodotti portati con sé". Ma qui viene il bello. Sempre nel brevetto, l'IBM suggerisce anche un'altra applicazione: "Sebbene il sistema della presente invenzione è stato descritto in relazione a negozi, può essere sfruttato in altri luogi come ad esempio aeroporti, stazioni dei treni e dei bus, ascensori, treni stessi e aeroplani, bagni, stadi, librerie, teatri, musei, etc". Eh, sì...ci controlleranno anche nell'ascensore e nelle librerie. Mah.

Il brevetto conclude affermando che un possibile utilizzo potrebbe essere quello di fornire specifici spot pubblicitari, ad esempio su schermi elettronici distribuiti in città, scelti appositamente individuo per individuo man mano che questo percorre la strada. Ma io ho già in mente quali potrebbero essere altre possibili applicazioni, ben più nefaste. Solo ipotesi, ovvio.
Nulla ci dice se verranno messe in pratica oppure no, quel che è certo è che le Majors si stanno attuando in vista di possibili attività di controllo per mezzo dell'RFID.

"Il diffuso uso di tag RFID sui prodotti come ad esempio vestiti renderebbe possibile per la localizzazione delle persone, animali e oggetti su larga scala, un invasione della privacy di proporzioni orwelliane" (Brevetto IBM n. 20020116274).

Credete davvero che sia così difficile controllarci? Ormai privacy è un termine che dobbiamo eliminare dal nostro vocabolario. Fatevene una ragione.

Brevetto IBM 20020165758

Per ora lasciamo da parte la questione del controllo mentale. Vi porto solo, come esempio, la vicenda di Paolo Dorigo, incarcerato per 13 anni erroneamente accusato di attacco ad una base americana, il quale afferma di essere stato innestato in carcere di un corpo estraneo (microchip?) - con tanto di referti medici - che gli causa disturbi visivi, auditivi, etc. Il suo nome è balzato agli onori della cronaca per un breve periodo per poi sparire...
Il sito di Paolo Dorigo dove trovare referti, articoli e testimonianze.




Fonte: "Spychips: how major corporations and government plan to track your every move with RFID".

giovedì 25 agosto 2011

La scienza soppressa



Inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico. Riscaldamento globale. Esaurimento delle risorse. Sovrappopolazione.

Tanti problemi, poche soluzioni. O meglio, questo è quello che in tv e sui giornali ci continuano a dire. Fanno del catastrofismo la loro arma migliore. Ci mettono su un piatto d'argento la loro maestosa descrizione dei problemi che attanagliano il Pianeta e ci parlando di esperti e professionisti che studiano giorno per giorno cercando di trovare una soluzione.
Ma volete sapere un mio parere? Cazzate.
Le soluzioni ci sono, ma probabilmente non si vogliono diffondere.

Faccio un esempio. Credete davvero che un'alternativa al petrolio non sia stata già trovata? Ma fatemi il piacere. L'oro nero si dovrebbe esaurire all'incirca fra una 50ina d'anni e volete farmi credere che le grandi lobby, le sette sorelle, non abbiano già la soluzione bell'e che pronta? Sinceramente io non ci credo. Credo, anzi, che stiano cercando di spremere al massimo il sistema attuale, per ricavarne il maggior profitto, per poi cambiare drasticamente (chiaramente tutte insieme, come un buon cartello) alla nuova risorsa scelta a dovere.

Un'altro esempio, avete mai sentito parlare di Free Energy o di fusione fredda? Probabilmente no.

Sapete, l'establishment continuamente diffonde le scoperte e i rapporti favorevoli al mantenimento del sistema e insabbia, nasconde, demolisce tutte quelle scoperte che, pur essendo favorevoli al nostro sviluppo e al miglioramento delle condizioni attuali, porterebbero a un totale sconvolgimento delle dinamiche attuali. Questo perché, per esempio, affermare che la fusione fredda è un processo reale e attuabile, porterebbe a un totale crollo dei finanziamenti verso il nucleare che sta diventando la risorsa preferita del nostro amato Berlusconi.

Affermando ciò sono certo che porterò ad una guerra di commenti fra chi sostiene e chi nega, ma vorrei solamente porvi di fronte ad alcuni aneddoti riguardo a persone più o meno conosciute, per farvi capire cosa "solitamente" succede a chi si oppone al sistema.

Enrico Mattei, presidente dell'Agip, dichiarò pubblicamente di aver ricevuto numerosi pressioni e avvertimenti per cambiare strategia commerciale (all'epoca Agip era un ente statale), comprando il gregge dalle Sette Sorelle del petrolio. Ciononostante egli fece di tutto per abbassare il costo dell'energia, prendendo accordi diretti con i paesi produttori del Medio Oriente. Sapete come morì poco dopo? Una bomba sul suo aereo. Non mi sembra un'incidente comune.

Eugene Mallove, ricercatore del MIT, affermò nel 1991 che i rapporti della relazione decisiva sulla veridicità della fusione fredda erano stati inspiegabilmente manipolati, falsificati. Per protesta contro questo inganno, si licenziò e pubblicò nel '99 un dettagliato libro dove denunciò la deliberata soppressione dei risultati. Perse la vita a soli 57 anni per mani di sconosciuti che lo massacrarono a bastonate il 14 Maggio 2004. Altra morte un tantino strana, credo.

Nikola Tesla (che si meriterà più di un articolo a parte), una delle più grandi menti della storia dell'umanità, morì il 10 Gennaio 1943. Il cadavere venne trovato nella sua camera d'albergo. La sua segretaria, Charlotte Muzar, scrisse che nel momento della scoperta della morte dello scienziato nella sua stanza mancavano diversi fogli e oggetti. La causa del decesso venne ufficialmente attribuita a una trombosi delle coronario, nonostante avesse sempre goduto di buona salute; ad esempio nel 37 venne investito da un taxi in corsa senza subire gravi conseguenze. L'FBI immediatamente sul posto requisì un intero TIR di materiale su cui venne imposto il segreto di Stato.

Sebbene sia stato definito da numerosi scienziati "uno dei più incredibili intelletti del mondo, che aveva spianato il cammino a molti dei progressi tecnologici dell'epoca moderna" quasi nessuno è a conoscenza di questo emblematico personaggio. Nessuno lo troverà mai sui libri di scienza o storia e questo fatto, proprio questo fatto, credo sia la prova più chiara di come il sistema decida chi dev'essere ricordato e chi no, chi deve prendersi il merito di scoperte e invenzioni e chi no.

"Esiste un governo ombra dotato di una propria forza aerea e navale, di un proprio sistema di autofinanziamento, capace di manipolare l'opinione pubblica e di perseguire la propria idea di interesse nazionale al di fuori di qualsiasi forma di controllo democratico" (Daniel K. Inouye - Senatore degli Stati Uniti d'America).


Fonte: "Scoperte scientifiche non autorizzate" - Marco Pizzuti.

mercoledì 24 agosto 2011

Il paradiso libico

La NATO sta per liberare la Libia, finalmente. Giusto?


Fonte: luogocomune.net


Muhammar Gheddafi non è ancora stato catturato, è già gli avvoltoi delle compagnie petrolifere stanno scendendo sui giacimenti di petrolio della Libia.

In un articolo della Reuters intitolato “L’ENI guida la corsa al petrolio in Libia” leggiamo che “la caduta di Gheddafi riaprirà le porte al paese africano con maggiori riserve di petrolio.”
“Il ministro degli esteri italiano Franco Frattini – prosegue l’articolo – ha detto che il personale dell’ENI, il produttore numero uno prima della guerra, è già arrivato in Libia per far ripartire la produzione nell’est del paese.”

La CNN ha appena fatto sapere che i titoli dell’ENI sono saliti del 6% nella giornata di ieri.

“Questi impianti sono stati fatti da italiani, dalla SAIPEM – dice ancora l’articolo, citando Frattini - ed è quindi chiaro che l’Italia giocherà il ruolo di N° 1 nel futuro.”

Sempre nell’articolo leggiamo che “secondo gli analisti dell’industria petrolifera l’ENI e la TOTAL potrebbero emergere come i due grandi vincitori della Libia del dopoguerra, grazie al pesante supporto dato dai loro paesi ai ribelli”.

Alla CNN, la Repsol spagnola ha dichiarato di essere pronta a riprendere la produzione entro 4 settimane al massimo.

Mentre Cina, Russia e Brasile, che si erano opposte alle sanzioni più rigide contro Gheddafi, rischiano di incontrare difficoltà per avere nuovi contratti in Libia, stati come il Qatar e commercianti di petrolio come la Vitol sembrano in grado di assumere ruoli di primaria importanza nella nuova scacchiera del mercato del greggio.

Eccetera eccetera eccetera.

Nel frattempo i poveri libici continuano ad abbracciarsi felici sulla piazza di Tripoli, convinti di aver finalmente conquistato l’indipendenza e la libertà.

Massimo Mazzucco
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3818

martedì 23 agosto 2011

Coerenza

Dei tanti pregi e difetti che si possono riconoscere all’avvento dei social network ce n’è uno in particolare di cui vi vorrei parlare. Negli ultimi tempi mi sono reso conto di come sul web molte persone si vendano per quelle che non sono. Tutti l’avranno notato, chi più chi meno, ma è qualcosa di lampante. Mi spiego meglio. Si parla tanto di coerenza e individualismo. Due parole sulla bocca di tutti, ma capite da pochi. Eh sì, perché oggi come ieri è una lotta a chi si distingue dagli altri e crea l’immagine migliore di sé, peccato che siamo nell’era di reality, di Facebook, della tv spazzatura e l’ipocrisia è il pane di tutti i giorni. Soprattutto su Facebook, un sito che raccoglie milioni di mentalità diverse, ma in fondo riunisce in branchi. Chi è di destra, chi è di sinistra, chi è un ribelle, chi è un opportunista, chi semplicemente se ne strafotte di tutto, chi è un rivoluzionario…tutto quel che volete. Queste persone si omologano secondo stereotipi comuni e cercano in continuazione di far valere la loro persona. E si sentono forti, credono di essere esclusivi, di avere una marcia in più rispetto agli altri e di sapere sempre come comportarsi in ogni situazione. Se qualcosa va male è colpa degli altri, se si comportano male è colpa degli altri, se qualcuno si comporta male con loro non avranno pietà, se gli farete un torno saranno terribili. Sono fedeli, sinceri, coerenti, impavidi, coraggiosi, senza peli sulla lingua e senza alcun timore. Sapete cosa sono in realtà? Dei fottuti eroi di carta, è questo il nome adatto. E davvero mi chiedo: sono davvero così ipocriti da credere in tutto quello che condividono o leggono su questo dannato sito internet? Sono persone che pian piano si omologano sotto uno stereotipo comune, qualunquista, populista e senza un briciolo di verità. Si pubblicano le stesse cose, le stesse idee. Criticano i comunisti, gli omosessuali, gli sfigati. Questa è la parola che di più amano riferire agli altri, e poi nella realtà non fanno altro che prendere parte a queste categorie. Non sanno più cosa inventarsi, ogni giorno una nuova eroica caratteristica o capacità salta fuori. Il loro ego si accresce e si sentono sempre più eroi. La riflessione e il pensiero personale, l’autocritica, l’autoironia, la capacità di saper fare un passo indietro e capire di aver sbagliato? Tutto scomparso. Non fanno altro che riempirsi di complimenti, denigrare gli altri e crearsi la loro personalità utopica e astratta che poi nella realtà rispecchia una minima parte della loro essenza, o forse nemmeno un po’. Eh sì perché poi spento il pc le cose cambiano, i problemi sono sempre gli stessi, le litigate tra gli amici, tra colleghi, in famiglia, i problemi di scuola, di lavoro, di vita non cambiano, ma forse non se ne rendono conto; sono troppo acciecati dal loro narcisismo per poter dare un’occhiata alla realtà. Se fossero davvero quello che dichiarano di essere molti di questi problemi sparirebbero, ma si sa che la realtà è ben diversa. Se solo riuscissero a fare un piccolo passo indietro, a prendere coscienza della loro unicità, a mettersi nei panni degli altri, tutto sarebbe migliore. Succede spesso anche sulla pagina dello Zoo di 105. Chi offende, chi critica gratuitamente, chi spara giudizi su tutto e tutti, chi fa il moralista e chi fa il puritano. Tutti puliti e perfetti solo davanti ad uno schermo. Chissà che queste mie parole vi facciano riflettere, vi facciano capire che quel che importa non è il vantarsi o il sentirsi superiori, ma l’essere onesti e sinceri…uniti per il bene comune. Siate sinceri. La mia completa ammirazione va a coloro che riescono a rimanere gli stessi, veri, con i loro pregi e difetti.

“Vi Veri Vniversum Vivus Vici” Con la forza della verità, da vivo, ho conquistato l’universo.

Indifferenti - Antonio Gramsci

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Popolo di marionette!

Checché se ne dica, siamo costantemente manipolati dall’ambiente che ci circonda. Il nostro carattere e il nostro essere si costruiscono giorno per giorno plasmandosi continuamente per mezzo dell’ambiente esterno che ci bombarda costantemente. Pubblicità, programmi tv e tutto ciò che, più in generale, vediamo attorno a noi ci identifica. Questo porta a considerare talune cose, come normali, nostre, accettabili e altre invece come assurde, irrazionali. Come detto prima quindi, l’ambiente esterno e tutte le situazioni che ci troviamo ad affrontare giorno per giorno, creano anche il nostro codice che seguiamo per dare giudizi sulle cose, sulle situazioni.
Converrete con me che lo scopo dei politici e dei governanti (quelli di oggi) sia quello di ottenere consensi e attrazione, quasi magnetica, su di sé. Per riuscire nell’intento è necessario fare in modo che il cittadino comune associ il politicante del caso a immagini esclusivamente positive e piacevoli. Ecco, per fare ciò, servendosi dei media, spesso si usano delle specifiche tecniche, che voglio mostrarvi qui di seguito, sinteticamente.

1- Distrazione

La tecnica base per ottenere consensi e controllo sociale è quella della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi di notevole importanza e dalle decisioni scomode prese dalle élite politiche attraverso l’imponente tempesta mediatica di continue distrazioni e di informazioni insignificanti, soprattutto riguardo decisioni politiche, di poco conto, dipinte come salvifiche per la popolazione. Ciò porterà il cittadino a essere continuamente occupato a riflettere e a prestare ascolto a notizie pressoché insignificanti in modo da non avere tempo e volontà, poi, di ragionare su temi d’importanza, invece, reale.

2- Contagocce

Per far sì che il popolo accetti una determinata scelta politica, che d’impatto sarebbe scomoda all’opinione pubblica, occorre proporla in modo graduale, goccia per goccia. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

3- Differire

Un altro modo è quello di far apparire una determinata scelta come dolorosa e necessaria, come un sacrificio che la comunità non può rifiutare, se ha intenzione di vivere un futuro migliore. Oppure altresì porlo nella condizione di accettare un sacrificio, anche considerevole, semplicemente posticipandolo. Costretto alla scelta, il cittadino accetterà un sacrificio futuro, per risolvere un problema immediato.

4- Problema-reazione-soluzione

Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo di far apparire quest’ultimo come volente le misure che si andranno a predisporre.
Ad esempio lasciare dilagare la violenza urbana o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo di far richiedere al pubblico stesso leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà, accettando così, presi dalla paura, anche provvedimenti, ad esempio, che violano la privacy. O anche creare una crisi economica per far accettare politiche comunitarie in modo da favorire l’istituzione di una sempre più presente comunità globale, dove tutto è regolato e coordinato da un unico ente.

5- Pubblico infante

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico o la moltitudine di convegni politici, usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni. Perché? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno. Oppure semplicemente, assumendo un tono infantile e sempliciotto, l’ascoltatore sarà disposto ad accettare descrizioni colorite e fantastiche, ad esempio, delle condizioni del paese oppure dei problemi del momento.

6- Sproloquio aulico

In antitesi con la tecnica espressa nel punto precedente, c’è quella che, personalmente, ho denominato “sproloquio aulico”. Sebbene siano l’una l’opposto dell’altra, paradossalmente ottengono lo stesso effetto. Quest’ultima consiste nel utilizzare, quando ci si ritrova nella situazione di dover dare spiegazioni del perché di certe azioni o dimostrare l’utilità di una certa legge, ad esempio, un linguaggio contorto e confusionario, costituito spesso da parole tecniche e complesse, che non fanno altro che portare l’ascoltatore a comprendere poco o nulla di quel che si dice. Ragionando su grandi numeri, la massa, per non mostrare la propria ignoranza o la sua scarsa capacità di comprendere sarà portata ad accettare qualsiasi cosa o a fingere di aver compreso di che si parla. Un esempio banale è quando, ad esempio, una persona parla e l’interlocutore, pur non capendo ciò di cui si sta colloquiando, continua imperterrito ad annuire con fare sicuro per non mostrare il proprio deficit.

7- Shock emozionale

Sconvolgere lo stato emozionale dell’individuo è la tecnica che maggiormente permette di far vacillare il senso critico dell’individuo e la sua capacità di riflettere razionalmente. Questo permette di indurre, senza troppa fatica, ad accettare certe idee, pensieri, ideologie, pratiche politiche. Ad esempio, la campagna mediatica spropositata applicata contro il rais Mu’ammar Gheddafi ha permesso di accettare e, quasi volere, una guerra immediata contro la “dittatura”.

8- Popolo bue

Si commenta da sé. Il popolo bue è più facile da comandare.

9- Moda dell’insulso

Spingere il popolo a credere che certi comportamenti, come quelli della ragazza tutta tette e niente cervello o del ragazzo che non studia e pensa a fare il ribelle, siano di moda e segni di affermazione sociale.

10- Auto-colpevolezza

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, questi, invece di ribellarsi, si svaluta ed è costantemente volto a considerarsi come inetto e inadatto. L’effetto principe è l’inibizione della sua azione. L’individuo ragionerà costantemente sul “Cosa posso fare io, da solo, che non valgo nulla?”, il che non farà altro che permettere che le cose rimangano così come sono.

11- Psicologia applicata

Il sistema governante, grazie allo sviluppo scientifico in diversi campi quali ad esempio la medicina, la biologia o la psicologia, ha raggiunto un livello di conoscenza del genere umano che va ben oltre a quello che noi, comunemente, crediamo. Questo permette loro di venire a conoscenza di quale pratiche e quali stimolazioni siano più efficaci per ottenere un determinato effetto. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto lui stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore e un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

12- Meriti e demeriti

Un classico in un sistema bipartisan come il nostro, consiste nell’assumersi tutti i meriti nel caso in cui un’azione porti a benefici e nello scaricare le colpe al casuale fluire degli eventi o, soprattutto, all’opposizione nel caso di effetti negativi. Questo non fa altro che, in ambiente di partito, a rendere ancora più forte la convinzione che “quegli altri”, cioè i partiti avversari, facciano semplicemente il male del paese. Ricordate lo slogan “Roma ladrona”?

13- Goccia nell’oceano

Si associa facilmente al punto 9 e consiste nel portare l’individuo a considerarsi come solo e isolato, o come uno fra tanti. Possibile, ad esempio, oscurando la visibilità di tutte quelle manifestazioni di massa (ad esempio il movimento 15M in Spagna) o enfatizzando l’imponenza delle istituzioni, dei governi e delle muraglie che egli, nel caso volesse ribellarsi, si troverebbe ad affrontare.

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