... 2011 ~ La Dura Verità

Prove tecniche

Si consiglia di preparare la Vaselina

Sono indignato. Eppure ieri sono rimasto a casa.

Ecco perché manifestare, in questo modo, non serve a nulla...

RFID, come stanno davvero le cose

Uno dei tanti modi per controllarci

Antonio Gramsci - Indifferenti

Odio gli indifferenti

mercoledì 14 dicembre 2011

Prove tecniche


Aspettate un secondo. Mi sono forse perso qualcosa? Mario Monti e compagnia bella non erano mica quel fior fior di tecnici e d'esperti che avrebbero saputo cosa fare per tirarci fuori da questo oceano di fango in cui ci ritroviamo immersi? Non erano mica la soluzione perfetta per ridare credibilità all'Italia? A me pare di sì, eppure, a ben vedere, tutto fa pensare al contrario.

Partiamo dal principio. Dopo qualche settimana ci servono la loro manovra "Salva Italia", della quale ho già parlato qui, scatenando l'ira funesta di sindacati e cittadini che, la crisi, la vivono sul serio sulla loro pelle. I mass media festeggiano, si esaltano e, se avessero potuto, avrebbero pure distribuito immaginette devozionali del tecnocrate Mario Monti, con tanto di aureola sul capo. E poi? Cosa succede? I mercati, dopo due o tre giorni di gaia euforia con qualche punto percentuale in più, tornano a fare quello che hanno sempre fatto da decenni a questa parte: trovarsi un equilibrio, regolarsi, autonomamente. Le borse tornano giù, poi su, poi ancora giù. Lo spread risale. E Monti passa in penombra. Forse, dopotutto, non può mica fare tutto lui poverino, ci vuole tempo.

Bene, ma facciamo un passo indietro. Manovra finanziaria. La Fornero piange, l'automa Monti blatera le sue intenzioni con sicumera e decisioni e tutti noi cominciamo a procurarci un po' di vaselina. Tutto normale, ci siamo abituati, dopotutto. Poi, però, qualcuno comincia a farsi delle domande. Smette di drogarsi di fiducia ingiustificata e comincia a chiedersi "Ma, scusate un attimo, perché i soldi sempre i poveri cristi devono pagarli?". Comincia uno, proseguono in migliaia. L'immagine del consigliere di Goldman Sachs inizia a traballare un pochino. Poi arriva il colpo di genio. Dopo averci detto che quel che c'era nella manovra andava fatto, nonostante tutto, per salvare il Bel Paese, aprono le porte al dialogo. Propongono un patteggiamento. Apertura al problema delle pensioni, della franchigia sull'IMU, eccetera eccetera. Via con le correzioni.

Tutto bene, insomma. Facciamo la pace.

No, tutto bene un cazzo.
Dal nulla, senza che nessuno glielo abbia chiesto, arriva una squadra di eminentissimi tecnici invischiati in qualsiasi consorteria di potere sia in Italia, sia nel mondo e hanno bisogno di correggere? Eh? Forse il punto qui non è chiaro. Se avete studiato, se sapete cosa fare, se dovrete far meglio di Berlusconi e ominicchi al seguito, come minimo, dovete metterci in mano una manovra finanziaria che vada bene, subito. Per fare un lavoraccio da quattro soldi, con soldi raccattati a destra e a manca e rapine legalizzate nelle tasche dei poveri cittadini, per lasciare il Vaticano nella sua immagine di ipocrità bontà, per evitare di andare a prendere i soldi a chi evade, a chi specula sulla crisi, a chi si gode vacanze alle Hawaii con liquidazioni surreali, be', bastava e avanzava il caro Silvio. No? E invece no. Prima ci fanno stringere la cinghia e, poi, piano piano ci offrono di allentarla un pochino. Di tecnico, a me pare che non abbiano proprio nulla. Anzi, forse sì. Sono tipo i tecnici della Telecom. Li chiami perché non ti funziona il modem e loro ti propongono di cambiare tutto daccapo. Sapete che vi dico? Andate a farvi fottere.

Dopo arriva il momento di tagliare i soldi alla casta. Grandi sorrisi, buone proposte. Il team di Monti decide persino di non percepire stipendio (senza considerare che già prendono vitalizi milionari). Tutto fumo. Gli onorevoli s'indignano, la Mussolini minaccia di uccidersi, quasi, e di quei tagli non se ne fa nulla. I soldi ai politici proprio non si possono togliere, a quanto pare.

Parliamoci chiaro. Ci stanno palesemente prendendo per il culo. Ci tirano una bastonata alla schiena. Guardano quanto dolore sentiamo e poi ce ne tirano un'altra un po' più lieve, giusto per capire adesso come va. E vanno avanti così, volta per volta, finché il dolore lo sopportiamo e, con un po' di pomata, tutto passa.

Si prendono gioco di noi, insomma.

Ci hanno messo in un bel pentolone decorato e spazioso ormai da anni. E giorno per giorno alzano di poco la temperatura, così non ci scottiamo, ci abituiamo al calore, al sudore, alla sofferenza e, con un po' di pomata, tutto passa. Loro guardano fieri dall'esterno. Danno qualche mescolata qua e là, abbassano la fiamma ogni tanto per farci stare buoni, e poi riprendono a farci rosolare a fuoco lento.

Pensatela come volete, ma io non ci sto. Non mi stancherò mai di ripetere che non arriverà mai nessuno dall'alto a salvarci. O ci decidiamo ad uscire da questo pentolone o sarà troppo tardi. Comincio a sentire le chiappe che scottano.

Proviamo noi a fargli vedere cosa significa soffrire davvero, andiamo noi a prenderci quel che ci spetta, ora. Poi se sentono male, che stiano tranquilli, con un po' di pomata, tutto passa.


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lunedì 5 dicembre 2011

Lacrime di coccodrillo


Il grande giorno è arrivato. La manovra finanziaria è stata annunciata pubblicamente. Il grande tecnico Mario "Goldman Sachs" Monti ha sviluppato il suo piano per salvare l'Italia. Sospiro di sollievo, forse. Qualche giorno fa ha persino deciso di rinunciare al suo stipendio da Presidente ad interim, clamoroso. La folla incredula già si preparava a tessere bandiere da sventolare in piazza per inneggiare a favore del nostro Salvatore. Ora, però, manovra alla mano, ci accorgiamo che di buono c'è davvero poco. Non voglio puntare alla critica dei provvedimenti punto per punto, per evitare i soliti commenti dei fatalisti speranzosi che direbbero "Lascialo lavorare! Poi vediamo...". Quel che voglio, però, è chiedervi questo: davvero credete che sarà lui a risollevare l'Italia? Davvero credete che un arricchito ed abbellito piano di salvataggio che non fa altro che seguire gli ordini arrivati dall'alto, dal monte Olimpo degli dei della finanza, dalla BCE, possa salvarci la pelle?

Ve lo chiedo davvero, perché l'eccessiva dose di fiducia in qualcosa che non c'è, forse ancora figlia dell'abbandono di Berlusconi, è preoccupante.

Ci mancavano solo le lacrime della Fornero. Imbarazzanti. Che poi ci sarebbe da chiedersi quale ne sia stata la causa. La coscienza di mettere la faccia su di un documento che metterà in posizione ovina milioni di Italiani oppure un'eccellente esecuzione del Metodo Stanislavskij, con il quale l'attore (in questo caso, meglio il carnefice) si immedesima così bene nel personaggio (in questo caso, gli italiani) tanto da riuscire a provare le sue stesse sensazioni? Bella domanda. Sta di fatto che, a parer mio, quelle che avete visto sono bieche lacrime di coccodrillo. Nulla di più, nulla di meno.

La manovra finaziaria, dato l'Euro, considerato che è presente quel mezzo demoniaco realizzato per distruggerci chiamato Euro, tutto sommato, è piuttosto equa, bisogna ammetterlo. Occhio, ho detto piuttosto equa, sia chiaro. In una situazione politica ed economica, dove il problema andrebbe da ricercarsi alla base, nelle fondamenta del sistema economico, ovvero la perdita di sovranità monetaria degli stati dell'Eurosistema, Monti non avrebbe potuto far di meglio, si fa per dire. Se consideriamo l’Italia di oggi, Stato membro dell’Eurosistema che usa una moneta di fatto straniera che si chiama Euro, che le viene fornita interamente da prestatori privati (che non hanno alcuno scopo se non quello di speculare sul debito), così messa, deve, per sopravvivere, pareggiare i bilanci. E' verissimo. Non solo. Se davvero vogliamo arrivare alla tanta aspirata politica di austerità tanto richiamata da Monti, deve arrivare al surplus di bilancio, e, per farlo, lo Stato dovrà tassarci molto di più di quello che ci dà come ricchezza finanziaria o spingere a mille l'esportazione, cosa molto più difficile. Questo significa che dovremo tutti diventare più poveri, e soffrirne le orrende conseguenze sociali. Non si scappa. La ricetta di Monti non fa una grinza. Anzi, è troppo tenera. E non è ironia. Se quel che dobbiamo ripagare è un debito reale, un debito che abbiamo in confronto di terzi, dobbiamo per forza correre ai ripari.

Monti parla sempre di equità, di austerità, pareggio del bilancio, ma come crede di poterlo fare quando siamo schiavi di una moneta che non è nostra e paghiamo a caro prezzo? Come potremo mai azzerare il debito se la massa monetaria che abbiamo non sarà mai sufficiente a pagare gli interessi di qualcun altro? La risposta è che tutto questo è impossibile. E' solo un'illusione. Un potpourrì di parole e pianificazioni realizzate a tavolino per allietare l'animo inquieto dell'italiano medio che, così, potrà tornare a sperare in una politica salvifica. Il pareggio del bilancio è, economicamente parlando, un assassinio, qualcosa di assurdo. Guardate il Giappone. Quell'isoletta all'estremo est è tutt'ora la seconda economia al mondo ed ha un rapporto debito/PIL superiore al 200%. Peggio del nostro, insomma. Eppure, gli occhi a mandorla non si trovano in ginocchio come noi, non sono genuflessi a pregare che una Banca Centrale li aiuti a risolvere i loro problemi. E sapete perché? Due motivi. Prima di tutto perché il Giappone ha dentro i suoi confini quasi la totalità dei possessori dei titoli di debito, ma soprattutto perché il Giappone possiete tutt'ora la sua sovranità monetaria, quella che a noi manca ufficialmente dal 2002. La sua moneta, il Giappone, se la stampa. Non la deve prendere in prestito da terzi.
Il problema, quindi, non sta tanto nel debito pubblico in sé stesso, ma nella sua provenienza e nella moneta del Paese che ne è responsabile, badate bene.

Ovviamente, poi, se vogliamo considerare il piano etico, potremo parlare di come, i soldi, vadano sempre a prenderseli nelle sacche di quel bacino sociale ormai noto, cioè la classe medio-bassa. Quello è cristallino. Ma è inutile che facciate gli indignati solo adesso, l'abbiamo scelto noi sottomettendoci, per decenni, ad un sistema creato ad hoc per mantenere il divario abissale fra l'élite che ha in mano il potere ed il popolo. Prima c'erano i Re, i Principi, gli Imperi e in questi soggetti tu potevi vedere chiaramente chi ti rubava i soldi senza che nemmeno si preoccupasse più di tanto di nasconderlo. Ora, che numerosi banchetti sociali hanno pranzato con la parola democrazia, tutto ciò non può continuare ad esistere. Ed è per questo che nasce un sistema molto più grande e complesso che, di fatto, non cambierà mai le cose, ma renderà semplicemente legale e, diciamo così, infiocchettata con colori sgargianti da regalo natalizio l'usura e il dominio dell'élite sulla popolazione mondiale che perdura da secoli.

Quindi, cari miei, se credete che adesso ci risolleveremo (magari rincuorati dai mercati che risalgono e dallo spread che diminuisce), potete star tranquilli, non succederà.

Se credete che i ricchi della tv sommersi dalla pressione fiscale, per pareggiare i conti, vi proporranno nella tv che vi piace tanto reality show a basso costo con scenografie riesumate da colossal d'altri tempi come Ben Hur, vi sbagliate.

Se credete che il Briatore di turno dovrà mettersi a piangere per le "super tasse" che si andranno a imporre sui beni di lusso e le imbarcazioni da "principe della Costa Smeralda", vi sbagliate.

Non dubitate, le lacrime saranno solo nostre. Almeno finché non ci decideremo a capire che questo sistema non potrà mai migliorare la nostra situazione.


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domenica 16 ottobre 2011

Sono indignato. Eppure ieri sono rimasto a casa.

Ecco, ci risiamo... Ieri, 15 Ottobre 2011, la gente ha fatto di nuovo il gioco di coloro che si divertono a giocare con le loro vite.


Da tutte le parti del mondo si manifesta per difendere i propri diritti, le proprie libertà. L'attesa è tanta. La voglia di farsi sentire pure. Ma, ancor maggiore, è la triste illusione che porta con sé questa giornata.
Eh sì, perché a ben vedere, gli Indignados (così si fanno chiamare i manifestanti, prendendo ispirazione dal movimento 15M spagnolo) non hanno fatto altro che il gioco di coloro che tanto li indigna, la classe governante. Ma forse sono solo supposizioni...
Le evidenze che portano ad una tale conclusione sono tante, specialmente qui in Italia, ma su tutte c'è la straordinaria copertura televisiva di quest'agitazione. Già da settimane le tv ed i giornali italiani continuavano a dare visibilità e credito ad un movimento di massa che ancora doveva verificarsi, quasi a volersi porre dalla parte del cittadino che, illuso, si convinceva di ottenere quella misera importanza che anni di mispolitica gli avevano trafugato. Ebbene, il motivo che sta alle spalle di tutto questo interessamento è semplice: prendersi gioco di noi. Sì, perché alimentando e fomentando questa voglia di ribellarsi i media hanno convogliato gli animi dei cittadini delusi in una manifestazione che, di fatto, di utilità pratica aveva ben poco. Se davvero un evento di così grande coinvolgimento in termine di partecipanti, che ha come scopo quello di sovvertire il sistema, avesse davvero messo paura a chi ci governa, per quale motivo i media - da sempre manipolati dall'establishment - avrebbero dovuto parlarne? Sarebbe stato un autogol pazzesco. Pubblicizzare un movimento che ha come apparente unico scopo quello di sovvertire la situazione attuale in cui banche e governanti ci sguazzano a meraviglia? Assurdo. Ma forse sono solo supposizioni...

E poi, pensandoci bene, c'è dell'altro. Cavolo...ad essere sinceri è un po' scioccante. I perbenisti e moralisti la prenderebbero troppo male, forse non dovrei parlarne... O forse sì. Be', insomma, per quale motivo - come al solito - in una manifestazione che si promette pacifica saltano fuori i cosiddetti black bloc? Da buon complottista (come piace definire chi non abbocca a tutto ciò che dice la tv), una spiegazione ce l'avrei. E se per caso qualcuno ce li avesse mandati apposta? Voglio dire, non è la prima volta che una giornata del genere degeneri in guerriglia; non è la prima volta che nei notiziari tv della sera si parli solo della violenza che la mente umana degenerata può produrre; non è la prima volta che, a causa di ciò, passi in secondo piano la reale maggioranza dei manifestanti. Quindi, perché dovrebbero essere davvero dei cittadini comuni quei guerriglieri in nero che, pensandoci bene, non fanno altro che annullare una manifestazione che potrebbe solo giovare alle loro vite? "Manie di protagonismo, mancanza di intelligenza" dirà qualcuno. Ma ad essere sinceri anche il peggior boss del ghetto si accorge che il sistema ci sta crollando addosso. Non è possibile che persone comuni (i tg parlano di studenti del liceo, anche se a me sembrano molto più grandi) si muovano in massa per distruggere l'unica occasione che abbiamo di farci valere, no. La realtà è un'altra. I black bloc, quantomeno i presunti tali, sono dei mercenari di tutto punto, scelti da chi ci governa o chi per esso, per non far altro che confondere le acque, mettere in cattiva luce il cittadino e nascondere la voglia di rivoluzione della popolazione. Pensateci bene. Se foste il politico di turno, quale sarebbe il modo migliore per disperdere la forza di un'indignazione pandemica, sapendo che sedare e limitare l'occupazione sarebbe impossibile? Spostare il centro dell'attenzione su tutt'altro.
Detto fatto.
I black bloc, come sempre, sono riusciti alla perfezione in quest'intento. Ma forse sono solo supposizoni...

Guardate. Sembrano o non sembrano dei giovani liceali senza cervello? Io credo siano un tantino più grandi, ma forse mi sbaglio. Magari vanno appena alle medie.

Tutti i tg della sera, nessuno escluso, hanno puntato i fari su di loro. La macchina del fango ha cominciato a funzionare e la voglia di ribellione e di cambiamento di migliaia di italiani armati solo di buonsenso è andata a farsi fottere. L'unica cosa che passa in primo piano è l'oscenità che qualche centinaio di persone, la minoranza, è riuscito a scatenare. E questo a cosa porta? Porta a demoralizzare l'individuo, a convincerlo che non potremo mai cambiare nulla, perché ci sarà sempre l'idiota di turno che sputtana tutto. L'animo del singolo è ferito nel suo punto più debole. L'arma psicologica di cui è protagonista la tv è micidiale. L'indignazione è per un po' sedata e l'assurdo piano del politico è completato. Il giorno dopo la vita riprende spenta come tutti i giorni, con i voti di fiducia ridicoli, con le false promesse e le palle degli italiani che cadono giù, sempre più in basso. Quanto vi ci vuole per capire che se vi permettono di mettervi in piazza, di riunirvi, significa che non hanno paura di voi? Fra quanto inizierete a capire che tutto questo è solo un'intrigante valvola di sfogo? Ma forse sono solo supposizioni...

Ve lo dico io, però, a cosa servono realmente queste giornate. Servono a dare il contentino al cittadino medio, quello che il 24 Ottobre non aspetta altro che l'inizio del Grande Fratello. Queste giornate servono ad illuderlo di aver fatto la sua parte, di avere la coscienza pulita così che possa dirsi "Be', io in piazza ci sono andato. Che potevo fare di più?". E invece no. Non è questo il modo di cambiare la realtà. Non si fa una rivoluzione con bandierine, palloncini e il permesso della questura. Non si ripulisce l'economia con la benedizione del caro sig. Draghi che, cadendo nella più triste indecenza, pur essendo a capo della causa maggiore del malessere della popolazione dice di essere dalla parte degli indignati. No. La credibilità della politica è ai minimi storici. Il sistema economico è prossimo al collasso. Il debito pubblico è destinato, inevitabilmente ad aumentare, eppure siete disposti a mettervi in piazza, sicuri di riprendere il giorno dopo la vita di tutti i giorni. Non è così che si fa. Una rivoluzione si fa con le idee. Una rivoluzione si fa con i controcogloni. Una rivoluzione si fa solo guidati il coraggio di dare un taglio netto col passato. Una rivoluzione è, in primo luogo, quella che sta nello spirito, che ci permette di darci coraggio per dire "Ora basta. Non sto più ai vostri giochi". E non dev'essere solo una rivolta contro un ordine preesistente, ma il costituire di un nuovo ordine in contraddizione con quello tradizionale. Un totale cambiamento. E, allora, non basta andare in piazza a cantare l'inno, non basta occupare Wall Street se poi il giorno dopo si torna alla vita normale. La rivoluzione avverrà solo quando noi tutti saremo disposti a cancellare il passato, una volta per tutte. La vera rivoluzione l'hanno fatta i cittadini islandesi, che hanno avuto il coraggio di dire "No! Il debito ve lo pagate voi!" e hanno saputo ricostruire un governo da zero.

Se il 14 luglio 1789 i parigini fossero andati a prendere la Bastiglia con fiori, cartelloni e tanta musica, in Francia ci sarebbe ancora la monarchia assoluta. Chi ha orecchie per intendere, intenda...

Prima di occupare le piazze, ci sarebbe da occupare il cervello, con idee e determinazione.

Nota: lascia perplessi anche l'origine di tutti questi maestosi movimenti rivoluzionari. Per una volta, diamo i meriti a Daniele di Lo Sai che, a suo modo, ha dato un'interpretazione ben condivisibile.



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venerdì 2 settembre 2011

La grandiosa farsa di September Clues


Per chi non conoscesse di cosa si sta parlando, September Clues è uno pseudo documentario di Simon Shack datato 2008, che potete trovare qui nella sua versione in italiano, nel quale si vuole dimostrare che tutto ciò che abbiamo visto l'11 Settembre 2001 sui nostri teleschermi, cioè l'impatto degli aerei contro le Twin Towers, fosse semplicemente un accurato lavoro di videomontaggio di immagini in leggera differita. Mi spiego meglio. Secondo il documentario, brevemente, le immagini, che noi crediamo fossero in diretta, erano in realtà in ritardo di qualche secondo; ritardo che serviva a chi di dovere per poter sovrapporre al flusso video da trasmettere in televisione l'aereo che avrebbe colpito poi la torre. September Clues è quindi il documentario di spicco della cosiddetta teoria no-planes.

Proverò ora a dimostrare, una volta per tutte, come una teoria del genere sia insostenibile e, nondimeno, semplicemente un buon appiglio per permettere che coloro i quali non credono alla Versione Ufficiale possano venire offesi e etichettati come creduloni di teorie surreali, come questa.

Tralasciando le altre bizzarre ipotesi come, ad esempio, quella secondo cui vennero sfruttati dei giganteschi ologrammi, veniamo al dunque. L'articolo viene diviso in due parti: la prima dimostrerà come una teoria del genere è logicamente insostenibile, la seconda invece mostrerà gli errori tecnici del documentario.


Parte 1


WTC 2 - TORRE SUD

La maggior parte dei video di September clues si concentra, principalmente, sull'impatto del secondo aereo. Questo perché, per il primo, i network americani non potevano essere preparati a riprendere. Dal momento che, secondo questa teoria, nessun aereo ha colpito la torre, dobbiamo supporre che l'esplosione, quindi, sia avvenuta in un predeterminato istante, grazie a qualcuno che l'ha innescata, e che successivamente si sia sovrapposto il video di un aereo che si schianta in quei precisi secondi. Se ognuno facesse un piccolo remind nella propria testa dei fantastici effetti speciali di Hollywood, ci potrebbe anche credere, ma qui la questione è un'altra. Escludendo le persone che si trovavano in una posizione sfavorevole (ad Est, ad esempio), la questione qui riguarda le centinaia di persone che, aventi la visuale libera, stavano col naso all'insù guardando il WTC1, ovvero la Torre Nord, che fumava da qualche minuto. Queste persone, dunque, avrebbero dovuto vedere la Torre Sud, subito affianco, esplodere improvvisamente senza che nulla vi ci fosse schiantato contro. Chi, come me, conosce la mole di traffico di pedoni che passa per quella zona, può facilmente immaginare quante persone fossero davvero ben posizionate e attente nell'ossservare la Torre Nord in fiamme e parlare di migliaia non diventa eccessivo. Ciò significa che quindi moltissime persone avrebbero visto la Torre Sud esplodere senza un reale motivo visibile. L'unica via per poter credere ad una tale teoria è ipotizzare che tutte queste persone, sicure di non aver visto alcun aereo, siano state fatte tacere o quanto meno portate a testimoniare a favore di un grosso aereo che si schianta contro l'edificio. Capite bene che un cover up del genere, coinvolgente centinaia e centinaia di persone, sarebbe potuto a mala pena stare in piedi mezzo secolo fa, quando Internet non esisteva; ma al giorno d'oggi, dove la mole di informazioni che percorre il web spacca il decimo di secondo, un insabbiamento di questo tipo avrebbe avuto necessariamente il filo da torcere.

Ma proseguiamo. Dal momento che, sempre secondo il documentario, l'aereo è stato sovrapposto in un secondo momento, le immagine a noi giunte devono per necessità essere state tutte quante manipolate. E se ciò può essere vero considerando esclusivamente le immagini delle tv statunitensi, non può invece essere logicamente accettabile ammettendo la presenza di molti altri video amatoriali che riprendono l'impatto. Immaginare che video come questo, questo, oppure questo e tanti altri siano stati tutti falsificati è, a dir poco, irrazionale.

WTC 1 - TORRE NORD

Vista l'impreparazione ad un tale attacco terroristico e quindi la quasi totale assenza di osservatori, è plausibile pensare che la teoria no-plane potrebbe reggere quantomeno nell'ambito del primo impatto. Ma, di fatto, c'è un video molto discusso che mette a tacere anche questa ipotesi. Il video in questione è il seguente:


Non dimentichiamoci poi che, se alle spalle di questo oscuro attentato ci sono menti che l'hanno architettato e organizzato, vien facile pensare che sfruttare una tecnica così azzardata sia a dir poco ridicolo, visti i rischi nei quali si può incorrere. Perché mai io che posseggo tutti i mezzi di cui ho bisogno, se voglio far credere che degli aerei facciano crollare le Torri, non dovrei usarne due veri ma dovrei bensì affidarmi ad un videomontaggio che per un qualsivoglia problema potrebbe saltare? Un po' strano, sbaglio?


Parte 2


Mi occuperò ora dei più palesi errori del documentario, tralasciando le pretenziose parti dove si afferma che la FOX abbia volontariamente oscurato l'impatto con la sua banda inferiore (quella dove scorrono le notizie), oppure dove l'aereo sembra una sfera semplicemente perché con luce forte le ali grigiastre perdono di definizione e così via.

Una delle principali evidenze che September Clues propone come prova della falsità delle immagini distribuite è il cosiddetto nose-out, ovvero la fuoriuscita, dal lato opposto all'impatto, di una sagoma che pareidolicamente sembrerebbe rappresentare l'anteriore dell'aereo.



In primo luogo smentiamo un'altra falsa prova. Nei primi secondi del video si vede uno zoom in 3 fasi. Nel campo largo, i teorici della no-plane affermano che non si vede alcun aereo sulla destra che, poi, compare poco dopo una volta che lo zoom raggiunge la terza fase. La risposta è semplice: non doveva essere nell'inquadratura! Se facciamo un calcolo fra la velocità dell'aereo e i secondi che mancano all'impatto ci accorgiamo che nei primi istanti l'aereo era giustamente più a destra dell'inquadratura. Ma torniamo al nose-out. Per dimostrare la veridicità della loro affermazione dimostrano come il "naso" dell'aereo in entrata e in uscita combacino perfettamene, ma è semplicemente un buona scelta di immagini e un abile gioco di fade in/fade out. Infatti, per prima cosa, vengono scelti i due frame del nose in/ nose out che più si assomigliano, poi vengono entrambi ammorbiditi per ridurre la pixelizzazione ed infine vengono sovrapposti con un abile stratagemma: il nose in viene pian piano fatto affievolire, per rendere visibile solo il nose out che, di fatto, combacia con sé stesso.

Ecco il video che lo dimostra: nose out hoax.
Nello stesso video poi, da altra angolazione, si può chiaramente vedere come quella sagoma sia semplicemente uno sbuffo che fuoriesce dall'edificio a seguito dell'esplosione!
Per chi non fosse ancora soddisfatto, prendiamo in considerazione questi screen tratti da September Clues (SC d'ora in poi).

Secondo l'autore la ripresa si forma di due parti separate: la prima a sinistra senza manipolazioni e l'altra, precisamente nella metà opposta dello schermo, dove l'aereo viene semplicemente sovrapposto facendo scomparire non appena tocca la Torre Sud. Per spiegarci meglio, l'aereo che è un su un livello differente rispetto alla ripresa tv, attraversa il campo visivo da destra verso sinistra per poi sparire pian piano che attraversa la torre, perché la maschera (cioè il montaggio da sovrapporre) è stato realizzato in questo modo. Ricordiamo: avendo sempre come riferimento il centro della schermata. Questo può avvenire se il chopper che sta riprendendo si mantiene immobile, dividendo perfettamente le due metà aventi come limite il vertice sinistro della Torre.


Ma affidandosi al vento, SC afferma come l'elicottero si sia leggermente spostato verso sinistra traslando la metà dello schermo di qualche centimetro, facendo sì che, quindi, la maschera da sovrapporre a destra non fosse più allineata con l'edificio. Ecco perché, sempre secondo SC, abbiamo il nose out. Ma vediamo, anche in questo caso, dove sta l'errore.

 

Con lo spostamento verso sinistra dell'elicottero, anche la maschera deve irrimediabilmente essersi anch'essa spostata di qualche centimetro. Ciò significa che se abbiamo un aeroplano che sfora sulla sinistra, avremmo dovuto anche avere un velivolo che scompare gradualmente non al momento dell'impatto virtuale con l'edificio, ma qualche centimetro più in là.

In verde possiamo vedere come avrebbe dovuto lavorare la maschera sovrapposta con un corretto allineamento. Per esempio, avrebbe dovuto far sparire gradualmente l'aereo 3cm prima del termine della schermata. Dal momento che l'algoritmo deve per forza essere rimasto invariato, la maschera avrebbe dovuto comportarsi allo stesso modo benché il margine si fosse spostato di qualche millimetro a causa dell'elicottero (schema in viola); l'aereo quindi avrebbe dovuto sparire a 3cm dal margine, distanza alla quale l'edificio è già stato superato! Ma ciò non è successo, dal momento che è naturalmente svanito entrando completamente nella Torre Sud, ergo, la teoria di SC non è da considerarsi valida.


Dal minuto 11:40 in poi si mostra come, con inquadrature pressoché identiche, l'aereo sembri arrivare da traiettorie e punti differenti. Questo è un errore di fondo, perché non tiene conto delle diverse telecamere, dei diversi obiettivi e dei diversi settaggi che cambiano drasticamente la prospettiva e la profondità del campo. Con un approccio pressoché orizzontale, noi possiamo percepire come l'aereo sia in ripida discesa verso l'edificio, ma ciò è semplicemente un errore di valutazione e una distorsione del campo visivo. Non possiamo infatti affermare la ripidità con la quale l'aereo stia avvicinandosi all'edificio, perché frontalmente, non possiamo percepire la distanza che l'aereo ha invece percorso prima di raggiungere la Torre Sud! Se vi metteste a guardare qualcuno scendere da uno scivolo frontalmente, vi sembrerebbe che questi discenda in una perfetta verticale, ciò però non vuol dire che lo stia facendo realmente. Quindi, l'affermazione che le due traiettorie diverse sono una prova della falsificazione televisiva, senza tener conto di tutti i fattori tecnici che le possono aver causate, non può essere sostenuta.


Al minuto 13:30 ci si chiede per quale motivo lo sfondo sia magicamente scomparso. La risposta è anche qui semplice: parallasse, ovvero il fenomeno per cui un oggetto sembra spostarsi rispetto allo sfondo se si cambia, anche leggermente, il punto di osservazione. Più l'oggetto che osserviamo è a distanza (la parallasse è un fenomeno cardine per l'osservazione delle stelle) e più ci sembra che si muova lo sfondo alle sue spalle. Quindi, parlando di una ripresa fatta da un elicottero a distanza di qualche kilometro, con una buona dose di zoom, un semplice movimento verso l'alto o verso il basso non ci darebbe la chiara idea del cambio d'inquadratura, ma sposterebbe invece radicalmente lo sfondo in secondo piano. Il discorso si ripete anche successivamente, confrontando le riprese amatoriali da diversi edifici, dove le strutture circostanti sembra spostarsi allegramente da una parte all'altra. Per comprendere a fondo il fenomeno della parallasse, c'è un video che vi aiuterà.


Minuto 22:20, viene mostrato l'aereo che si schianta contro la torre con un anomala livrea scura. L'anomalia non esiste, difatti, la colorazione scura è semplicemente dovuto all'ombra che la Torre e il fumo producono in quella direzione.

SC prosegue facendo ascoltare i diversi suoni dell'impatto contro gli edifici. Be'? Cosa c'è di strano? Prima di tutto apparecchiature diverse posso riprendere suoni con intensità/intonazione diversa e poi non c'è mica da stupirsi se le televisioni statunitensi hanno deciso di aggiungere un po' di sale con suoni dal film di Hollywood. Lo fanno sempre.

Per la questione dell'aereo che penetra completamente nell'edificio, si faccia una semplice ricerca sui blog di Attivissimo, su Luogocomune.net, etc che su questo punto hanno dato ampia spiegazione.

Il documentario volge un'altra affermazione pretenziosa: quasi tutti gli interlocutori con i quali i network si collegarono erano dipendenti o ex dipendenti televisivi. La questione non è affatto strana. Se si vogliono chiedere testimonianze a caldo, è preferibile rivolgersi a persone che all'audience televisivo paiono più affidabili (l'italiano medio dà più retta alla testimonianza di Maria de Filippi, che a quella della comune massaia di Voghera), ma soprattutto si cerca di evitare fuori programma spiacevoli. Un dipendente televisivo ha una minima idea di come comportarsi in diretta tv, un comune mortale no. Cosa sarebbe successo se avessero passato la linea ad un povero cittadino shockato che al momento del secondo impatto si fosse messo a bestemmiare o ad urlare come un pazzo?

Si va avanti con ipotesi pretenziose, non verificate, sulle quali poi si basa tutta una teoria di falsificazione. Essendo la base insostenibile, tutta l'articolazione della teoria si fonda su un'ipotesi errata e, quindi, non può essere accettata. L'ipotesi che alcuni video amatoriali siano stati falsificati, che alcuni dei testimoni abbaino visto Cesna, aerei più piccoli o missili non dimostrano che due arei in realtà non colpirono le Torri.

Nella parte finale di SC vengono comparati i due filmati di Hlava ed Hezarkhani nei quali, per il solito problema di parallasse e diversa apparecchiatura, sembrano cambiare gli edifici in primo piano: il Whitehall Building prima e il Rector St. Building poi. Si tratta semplicemente di un difetto comune nelle riprese video e foto, come spiegato precedentemente. Per dimostrarlo date un'occhiata a queste foto, prese utilizzando obiettivi con lunghezza focale differente, ma mantenendo la dimensione del oggetto in primo piano pressoché costante.



                                         28mm                                                                                            50mm
                                                                                                               
                                           
                                             100mm                                                                                50mm
                                      

E per coloro che si stessero chiedendo per quale motivo non fosse possibile vedere il Deutsche Bank Building, la risposta anche qui è evidente. Se frontalmente può sembrare che quel nero edificio sia immediatemente dietro il Rector Building, la realtà è ben diversa, come dimostrato qui.

Questo è quanto. Posso affermare in conclusione che September Clues non è nient'altro che un tentativo forzato di trovare una verità diversa, solo per ottenere un po' di notorietà offendendo il lavoro di centinaia di persone che, invece, si stanno occupando seriamente di come andarono le cose quel giorno. Ipotizzare che un attentato di queste dimensioni sia stato affidato al semplice utilizzo di grafica virtuale è illogico, sconveniente e ridicolo.

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martedì 30 agosto 2011

11 Settembre: ACME vs Sertes

Come sapete, nell'ultimo periodo c'è stato un acceso dibattito, nato dalla conferenza fra Riccardo "Sertes" Pizzirani e Attivissimo, sull'11 Settembre.


Dopo aver visto l'intero video, ho indicato la mia replica alle posizioni prese da Paolo Attivissimo in questo post:
http://www.facebook.com/note.php?note_id=269578163059120
Successivamente, Manuel Mc Bodge Grillo (da ora Manuel) ha postato una replica sul suo blog:
http://thetalkingcricket.wordpress.com/2011/08/10/176/
A questa è seguita una serie di commenti di Pizzirani, che potete trovare qui:
http://www.facebook.com/LaDuraVerita/posts/150484061701602
Non contento, tornato dalle vacanze, il buon Manuel ha pubblicato un nuova serie di repliche, sempre sul suo blog:
http://thetalkingcricket.wordpress.com/2011/08/30/acme-2/
Pizzirani, ormai stufo di risposte che di fatto deviano il discorso su altre questioni, ha risposto così. Seguono citazioni da commenti di Riccardo:

Punto 1. Ho affermato che la testimonianza di Mineta, avvenuta di fronte alla 9/11 Commission non è stata riportata sul 9/11 Commission Report.
L'articolo cosa risponde a questo fatto: "Come ti ha indicato Paolo, la testimonianza non è stata omessa: la puoi trovare qui. (http://www.9-11commission.gov/archive/hearing2/9-11Commission_Hearing_2003-05-23.htm)"
Cos'è il link? E' la trascrizione della testimonianza avvenuta di fronte alla 9/11 Commission. Allora di cosa cazzo stiamo parlando, di quanto posso sopportare delle menzogne e delle prese in giro prima di mandare affanculo qualcuno? TI HO DETTO CHE LA TESTIMONIANZA NON E' STATA RIPORTATA SUL 9/11 COMMISSION REPORT.

Punto 2. "Quella del NIST non è “La versione ufficiale“: è una ricostruzione"
Vabbè, altro caso in cui si mente sapendo di mentire. Il Congresso degli Stati Uniti ha dato mandato al NIST, tramite la legge HR 4687 di studiare come e perchè sono avvenuti i tre crolli, e il Presidente Bush ha controfirmato tale legge. Il rapporto NCSTAR1 è l'unica e definitiva Versione Ufficiale dei crolli delle Twin Towers, e il rapporto NCSTAR1A è l'unica e definitiva Versione Ufficiale del crollo del WTC7.
http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/upload/hr46871.pdf

Punto 3. ACME aveva detto "la descrizione della dinamica del crollo (che non è descritta in una sola pagina di relazione)", io avevo chiesto di indicare esattamente le pagine in cui viene descritta la dinamica del crollo, ed ecco la risposta: "Da pagina 81/131 a pagina 154/204 (73 pagg. del capitolo 6: “Reconstruction of the Collapses“)". Peccato che se poi uno va a leggere questo capitolo mostra la risposta strutturale delle twin towers agli impatti degli aerei e l'espandersi dell'incendio. ALLA DINAMICA DEL CROLLO E' DEDICATA UNA SOLA PAGINETTA, QUELLA DEL PARAGRAFO 6.14.4 (PAGINA 146/196) CHE GUARDACASO SI INTITOLA "EVENTS FOLLOWING COLLAPSE INITIATION" QUINDI DI NUOVO SI MENTE SAPENDO DI MENTIRE.

Ai punti 4 e 5 non ha nemmeno provato ad abbozzare una risposta. Complimenti.
Come al resto... nega la caduta libera, nega la versione ufficiale.

E' clamoroso il punto 12, in cui il signor ACME ci spiega la sua personalissima opinione non suffragata da nulla (e ci credo che Paolo Attivissimo pur di non dire una stronzata tale abbia preferito tacere in proposito!): il timone di coda impatta SENZA LASCIARE TRACCIA SULLA FACCIATA (ricordiamoci, a 800km/h), quindi da verticale si piega all'indietro fino ad assumere assetto orizzontale al pari della fusoliera, cui rimane attaccato, e viene trascinato all'interno del pentagono. In pratica non era un 757-233, era un transformer.

Ultima nota: le 13 testimonianze della rotta nord: il nostro conclude con "Le testimonianze della CITGO si scontrano con i fatti." Per me va bene, l'ho detto più volte: l'unico modo per dire che il 757 è ciò che ha abbattuto i pali è sostenere che 13 testimoni oculari si sbagliano tutti allo stesso modo. Se tu sostieni questo, per me va bene. Pur di salvare la V.U. denigri 13 testimoni oculari, ma di certo la sai più lunga tu qua in Italia nel 2011 di loro che erano al pentagono l'undici settembre.

Non posso perdere altro tempo con chi mente sapendo di mentire, in settimana uscirà il mio articolo riguardo al dibattito. Spero che nel frattempo Paolo Attivissimo abbia la buona creanza di prendere le distanze dalle menzogne scritte da questo personaggio.

In sostanza. La realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti. Ma se la questione non si è risolta in 10 anni, è ovvio che chi non vuole credere all'evidenza, negherà incessantemente. Ora e sempre.

sabato 27 agosto 2011

RFID: come stanno davvero le cose

Prima di passare al vero perché di questo articolo, il tentativo di dimostrare che tecnologie volte al controllo mentale e alla geolocalizzazione possano davvero esistere, occorre spiegare - stando ad una definizione ufficiale - prima di tutto cosa s'intende per RFID.


Da Wikipedia: in telecomunicazioni ed elettronica RFID (o Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio frequenza) è una tecnologia per l'identificazione e/o memorizzazione dati automatica di oggetti, animali o persone basata sulla capacità di memorizzazione di dati da parte di particolari dispositivi elettronici (detti TAG o transponder) e sulla capacità di questi di rispondere all'"interrogazione" a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili chiamati per semplicità' "lettori" a radiofrequenza comunicando le informazioni in essi contenute.
Per parlarci chiaro un tipo di RFID è quello che troviamo incollato dietro le custodie dei cd comprate nella grandi catene o centri commerciali.


Bene, ciò significa che la possibilità di ricevere e trasmettere esiste ma, come faceva notare Lo sai (che temi il confronto), la questione cruciale è la dimensione che deve avere questo dispositivo per portare con sé un trasponder. Ci si chiede quindi quanto debba essere grande per poter essere innestato in un individuo mantenendo però le capacità di trasmettere dati anche a distanze e non solo attraverso un vicino lettore, come avviene per i cosìddetti tag passivi.
Premetto, come al solito, che non m'interessa al momento dell'esistenza di un progetto occulto volto al controllo della popolazione globale. Non ho le fonti né i mezzi per saperlo. Quello che conta, ora, è verificare se al giorno d'oggi o fra qualche anno sarà possibile disporre di una tecnologia di questo tipo. Anche senza dati alla mano, la risposta, parer mio, è palese: sì, considerando l'esponenziale velocità con la quale la tecnologia avanza e riduce le sue dimensioni. Basti pensare a qualche GigaByte di memoria che fino a qualche decennio fa occupava un'intera stanza ed, ora, può essere contenuto in microSD di pochi millimetri. A livello commerciale i microchip sono già ufficialmente in grado di sostituire le carte d'identità, le carte di credito monitorare la nostra salute o “garantire la nostra sicurezza” e il loro ingresso nella società è solo questione di tempo. Pertanto il problema trasponder (antenna per trasmettere dati) è solo un falso problema nel senso che una volta diffusa la tecnologia dei microchip per attivarla a distanza nei centri commerciali come all’interno di intere città basterà predisporre i dispositivi necessari. E ciò senza contare il fatto che gli straordinari successi delle nanotecnologie arriveranno a garantire nei prossimi anni sistemi di ricetrasmissione wireless e witricity di dimensioni sempre più ridotte con chip ancora più avanzati e potenti.
Dal momento che però è difficile giungere a conclusioni certe riguardo a dimensioni e potenze di trasmissioni (esempio pratico, in Messico inpiantano 10000 tag RFID antirapimento, ma subito dopo c'è anche la smentita di alcuni ricercatori) vorrei però porvi di fronte a un'altra modalità con la quale l'RFID potrebbe essere utilizzato per localizzarci e controllare i nostri movimenti.

Provate ad immaginare un mondo senza privacy. Dove ogni vostro acquisto è monitorato e registrato in un database e ogni vostro possesso viene numerato. Dove qualcuno in qualche altro stato ha il pieno resoconto di tutto ciò che avete comprato, di tutto ciò che possedete, di ogni oggetto nel vostro armadio. Dove questi oggetti possono persino essere tracciati da remoto. E una volta che ogni vostro effetto personale è registrato in un database e può essere localizzato, voi stessi potete venire localizzati e monitorati da remoto attraverso le cose che indossate, trasportate o con le quali interagite ogni giorno. Basta, ad esempio, mettere un tag RFID nel retro dell'etichetta di qualsiasi indumento, o in altri prodotti.
Idee di questo tipo sono state chiaramente esposte alla Frontline Expo di Chicago nel 2004.
E questa, cari miei, non è fantascienza o mistificazione. E' realtà! L'IBM ha registrato un brevetto (20020165758) dove si espongono le tecniche per poter localizzare e tracciare i movimenti delle persone attraverso gli acquisti, i centri commerciali, etc. Nel brevetto stesso l'IBM spiega: "Le registrazioni dei gli acquisti precedenti di ogni persona, che si forma in un negozio, sono raccolte da terminali (quali ad esempio il ricevitore di cassa) e sistemati in un database. Quando una persona portante o indossando un oggetto con tag RFID entra nel negozio o in altre aree designate, uno scanner per RFID localizzato all'interno scansiona i tag su quella persona e legge le contenute informazioni. Queste informazioni raccolte dalla persona sono correlate con altre transazioni raccolte nel database per mezzo di conosciuti algoritmi di correlazione. Basandosi sui risultati di questa correlazione, l'esatta identità della persona o talune caratteristiche della stessa possono essere determinate con sicurezza. Quest'informazione viene usata, poi, per monitorare i movimenti della persona attraverso negozi e altre aree". L'IBM continua affermando che: "...invece di determinare l'esatta identità della persona, è possibile altresì determinare altre caratteristiche, per esempio demografiche, della persona (età, razza, sesso, etc) basandosi su predeterminate informazioni statistiche. Per esempio, se gli oggetti che porta con sé sono di marchi molto costosi (orologio Rolex), allora la persona viene classificata nella branchia delle persone benestanti. In un altro esempio, se ciò che porta con sé sono per lo più oggetti femminili, allora la persona viene con ogni probabilità associata ad una donna". L'IBM stessa prosegue poi nominando un dispositivo chiamato "person tracking unit" che può essere sfruttate per localizzarci: "Una volta che i dati democrafici e identificativi di una persona sono stati determinati, il person tracking unit elabora dati su queste informazioni per tracciare la persona nel momento in cui questa si muove attraverso le aree di trasmissione. Il person tracking unit potrebbe asseggnare un numero di tracciamento ad ogni persona identificata e conservarlo in associazione a tutte le informazioni riguardo i prodotti portati con sé". Ma qui viene il bello. Sempre nel brevetto, l'IBM suggerisce anche un'altra applicazione: "Sebbene il sistema della presente invenzione è stato descritto in relazione a negozi, può essere sfruttato in altri luogi come ad esempio aeroporti, stazioni dei treni e dei bus, ascensori, treni stessi e aeroplani, bagni, stadi, librerie, teatri, musei, etc". Eh, sì...ci controlleranno anche nell'ascensore e nelle librerie. Mah.

Il brevetto conclude affermando che un possibile utilizzo potrebbe essere quello di fornire specifici spot pubblicitari, ad esempio su schermi elettronici distribuiti in città, scelti appositamente individuo per individuo man mano che questo percorre la strada. Ma io ho già in mente quali potrebbero essere altre possibili applicazioni, ben più nefaste. Solo ipotesi, ovvio.
Nulla ci dice se verranno messe in pratica oppure no, quel che è certo è che le Majors si stanno attuando in vista di possibili attività di controllo per mezzo dell'RFID.

"Il diffuso uso di tag RFID sui prodotti come ad esempio vestiti renderebbe possibile per la localizzazione delle persone, animali e oggetti su larga scala, un invasione della privacy di proporzioni orwelliane" (Brevetto IBM n. 20020116274).

Credete davvero che sia così difficile controllarci? Ormai privacy è un termine che dobbiamo eliminare dal nostro vocabolario. Fatevene una ragione.

Brevetto IBM 20020165758

Per ora lasciamo da parte la questione del controllo mentale. Vi porto solo, come esempio, la vicenda di Paolo Dorigo, incarcerato per 13 anni erroneamente accusato di attacco ad una base americana, il quale afferma di essere stato innestato in carcere di un corpo estraneo (microchip?) - con tanto di referti medici - che gli causa disturbi visivi, auditivi, etc. Il suo nome è balzato agli onori della cronaca per un breve periodo per poi sparire...
Il sito di Paolo Dorigo dove trovare referti, articoli e testimonianze.




Fonte: "Spychips: how major corporations and government plan to track your every move with RFID".

giovedì 25 agosto 2011

La scienza soppressa



Inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico. Riscaldamento globale. Esaurimento delle risorse. Sovrappopolazione.

Tanti problemi, poche soluzioni. O meglio, questo è quello che in tv e sui giornali ci continuano a dire. Fanno del catastrofismo la loro arma migliore. Ci mettono su un piatto d'argento la loro maestosa descrizione dei problemi che attanagliano il Pianeta e ci parlando di esperti e professionisti che studiano giorno per giorno cercando di trovare una soluzione.
Ma volete sapere un mio parere? Cazzate.
Le soluzioni ci sono, ma probabilmente non si vogliono diffondere.

Faccio un esempio. Credete davvero che un'alternativa al petrolio non sia stata già trovata? Ma fatemi il piacere. L'oro nero si dovrebbe esaurire all'incirca fra una 50ina d'anni e volete farmi credere che le grandi lobby, le sette sorelle, non abbiano già la soluzione bell'e che pronta? Sinceramente io non ci credo. Credo, anzi, che stiano cercando di spremere al massimo il sistema attuale, per ricavarne il maggior profitto, per poi cambiare drasticamente (chiaramente tutte insieme, come un buon cartello) alla nuova risorsa scelta a dovere.

Un'altro esempio, avete mai sentito parlare di Free Energy o di fusione fredda? Probabilmente no.

Sapete, l'establishment continuamente diffonde le scoperte e i rapporti favorevoli al mantenimento del sistema e insabbia, nasconde, demolisce tutte quelle scoperte che, pur essendo favorevoli al nostro sviluppo e al miglioramento delle condizioni attuali, porterebbero a un totale sconvolgimento delle dinamiche attuali. Questo perché, per esempio, affermare che la fusione fredda è un processo reale e attuabile, porterebbe a un totale crollo dei finanziamenti verso il nucleare che sta diventando la risorsa preferita del nostro amato Berlusconi.

Affermando ciò sono certo che porterò ad una guerra di commenti fra chi sostiene e chi nega, ma vorrei solamente porvi di fronte ad alcuni aneddoti riguardo a persone più o meno conosciute, per farvi capire cosa "solitamente" succede a chi si oppone al sistema.

Enrico Mattei, presidente dell'Agip, dichiarò pubblicamente di aver ricevuto numerosi pressioni e avvertimenti per cambiare strategia commerciale (all'epoca Agip era un ente statale), comprando il gregge dalle Sette Sorelle del petrolio. Ciononostante egli fece di tutto per abbassare il costo dell'energia, prendendo accordi diretti con i paesi produttori del Medio Oriente. Sapete come morì poco dopo? Una bomba sul suo aereo. Non mi sembra un'incidente comune.

Eugene Mallove, ricercatore del MIT, affermò nel 1991 che i rapporti della relazione decisiva sulla veridicità della fusione fredda erano stati inspiegabilmente manipolati, falsificati. Per protesta contro questo inganno, si licenziò e pubblicò nel '99 un dettagliato libro dove denunciò la deliberata soppressione dei risultati. Perse la vita a soli 57 anni per mani di sconosciuti che lo massacrarono a bastonate il 14 Maggio 2004. Altra morte un tantino strana, credo.

Nikola Tesla (che si meriterà più di un articolo a parte), una delle più grandi menti della storia dell'umanità, morì il 10 Gennaio 1943. Il cadavere venne trovato nella sua camera d'albergo. La sua segretaria, Charlotte Muzar, scrisse che nel momento della scoperta della morte dello scienziato nella sua stanza mancavano diversi fogli e oggetti. La causa del decesso venne ufficialmente attribuita a una trombosi delle coronario, nonostante avesse sempre goduto di buona salute; ad esempio nel 37 venne investito da un taxi in corsa senza subire gravi conseguenze. L'FBI immediatamente sul posto requisì un intero TIR di materiale su cui venne imposto il segreto di Stato.

Sebbene sia stato definito da numerosi scienziati "uno dei più incredibili intelletti del mondo, che aveva spianato il cammino a molti dei progressi tecnologici dell'epoca moderna" quasi nessuno è a conoscenza di questo emblematico personaggio. Nessuno lo troverà mai sui libri di scienza o storia e questo fatto, proprio questo fatto, credo sia la prova più chiara di come il sistema decida chi dev'essere ricordato e chi no, chi deve prendersi il merito di scoperte e invenzioni e chi no.

"Esiste un governo ombra dotato di una propria forza aerea e navale, di un proprio sistema di autofinanziamento, capace di manipolare l'opinione pubblica e di perseguire la propria idea di interesse nazionale al di fuori di qualsiasi forma di controllo democratico" (Daniel K. Inouye - Senatore degli Stati Uniti d'America).


Fonte: "Scoperte scientifiche non autorizzate" - Marco Pizzuti.

mercoledì 24 agosto 2011

Il paradiso libico

La NATO sta per liberare la Libia, finalmente. Giusto?


Fonte: luogocomune.net


Muhammar Gheddafi non è ancora stato catturato, è già gli avvoltoi delle compagnie petrolifere stanno scendendo sui giacimenti di petrolio della Libia.

In un articolo della Reuters intitolato “L’ENI guida la corsa al petrolio in Libia” leggiamo che “la caduta di Gheddafi riaprirà le porte al paese africano con maggiori riserve di petrolio.”
“Il ministro degli esteri italiano Franco Frattini – prosegue l’articolo – ha detto che il personale dell’ENI, il produttore numero uno prima della guerra, è già arrivato in Libia per far ripartire la produzione nell’est del paese.”

La CNN ha appena fatto sapere che i titoli dell’ENI sono saliti del 6% nella giornata di ieri.

“Questi impianti sono stati fatti da italiani, dalla SAIPEM – dice ancora l’articolo, citando Frattini - ed è quindi chiaro che l’Italia giocherà il ruolo di N° 1 nel futuro.”

Sempre nell’articolo leggiamo che “secondo gli analisti dell’industria petrolifera l’ENI e la TOTAL potrebbero emergere come i due grandi vincitori della Libia del dopoguerra, grazie al pesante supporto dato dai loro paesi ai ribelli”.

Alla CNN, la Repsol spagnola ha dichiarato di essere pronta a riprendere la produzione entro 4 settimane al massimo.

Mentre Cina, Russia e Brasile, che si erano opposte alle sanzioni più rigide contro Gheddafi, rischiano di incontrare difficoltà per avere nuovi contratti in Libia, stati come il Qatar e commercianti di petrolio come la Vitol sembrano in grado di assumere ruoli di primaria importanza nella nuova scacchiera del mercato del greggio.

Eccetera eccetera eccetera.

Nel frattempo i poveri libici continuano ad abbracciarsi felici sulla piazza di Tripoli, convinti di aver finalmente conquistato l’indipendenza e la libertà.

Massimo Mazzucco
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3818

martedì 23 agosto 2011

Coerenza

Dei tanti pregi e difetti che si possono riconoscere all’avvento dei social network ce n’è uno in particolare di cui vi vorrei parlare. Negli ultimi tempi mi sono reso conto di come sul web molte persone si vendano per quelle che non sono. Tutti l’avranno notato, chi più chi meno, ma è qualcosa di lampante. Mi spiego meglio. Si parla tanto di coerenza e individualismo. Due parole sulla bocca di tutti, ma capite da pochi. Eh sì, perché oggi come ieri è una lotta a chi si distingue dagli altri e crea l’immagine migliore di sé, peccato che siamo nell’era di reality, di Facebook, della tv spazzatura e l’ipocrisia è il pane di tutti i giorni. Soprattutto su Facebook, un sito che raccoglie milioni di mentalità diverse, ma in fondo riunisce in branchi. Chi è di destra, chi è di sinistra, chi è un ribelle, chi è un opportunista, chi semplicemente se ne strafotte di tutto, chi è un rivoluzionario…tutto quel che volete. Queste persone si omologano secondo stereotipi comuni e cercano in continuazione di far valere la loro persona. E si sentono forti, credono di essere esclusivi, di avere una marcia in più rispetto agli altri e di sapere sempre come comportarsi in ogni situazione. Se qualcosa va male è colpa degli altri, se si comportano male è colpa degli altri, se qualcuno si comporta male con loro non avranno pietà, se gli farete un torno saranno terribili. Sono fedeli, sinceri, coerenti, impavidi, coraggiosi, senza peli sulla lingua e senza alcun timore. Sapete cosa sono in realtà? Dei fottuti eroi di carta, è questo il nome adatto. E davvero mi chiedo: sono davvero così ipocriti da credere in tutto quello che condividono o leggono su questo dannato sito internet? Sono persone che pian piano si omologano sotto uno stereotipo comune, qualunquista, populista e senza un briciolo di verità. Si pubblicano le stesse cose, le stesse idee. Criticano i comunisti, gli omosessuali, gli sfigati. Questa è la parola che di più amano riferire agli altri, e poi nella realtà non fanno altro che prendere parte a queste categorie. Non sanno più cosa inventarsi, ogni giorno una nuova eroica caratteristica o capacità salta fuori. Il loro ego si accresce e si sentono sempre più eroi. La riflessione e il pensiero personale, l’autocritica, l’autoironia, la capacità di saper fare un passo indietro e capire di aver sbagliato? Tutto scomparso. Non fanno altro che riempirsi di complimenti, denigrare gli altri e crearsi la loro personalità utopica e astratta che poi nella realtà rispecchia una minima parte della loro essenza, o forse nemmeno un po’. Eh sì perché poi spento il pc le cose cambiano, i problemi sono sempre gli stessi, le litigate tra gli amici, tra colleghi, in famiglia, i problemi di scuola, di lavoro, di vita non cambiano, ma forse non se ne rendono conto; sono troppo acciecati dal loro narcisismo per poter dare un’occhiata alla realtà. Se fossero davvero quello che dichiarano di essere molti di questi problemi sparirebbero, ma si sa che la realtà è ben diversa. Se solo riuscissero a fare un piccolo passo indietro, a prendere coscienza della loro unicità, a mettersi nei panni degli altri, tutto sarebbe migliore. Succede spesso anche sulla pagina dello Zoo di 105. Chi offende, chi critica gratuitamente, chi spara giudizi su tutto e tutti, chi fa il moralista e chi fa il puritano. Tutti puliti e perfetti solo davanti ad uno schermo. Chissà che queste mie parole vi facciano riflettere, vi facciano capire che quel che importa non è il vantarsi o il sentirsi superiori, ma l’essere onesti e sinceri…uniti per il bene comune. Siate sinceri. La mia completa ammirazione va a coloro che riescono a rimanere gli stessi, veri, con i loro pregi e difetti.

“Vi Veri Vniversum Vivus Vici” Con la forza della verità, da vivo, ho conquistato l’universo.

Indifferenti - Antonio Gramsci

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Popolo di marionette!

Checché se ne dica, siamo costantemente manipolati dall’ambiente che ci circonda. Il nostro carattere e il nostro essere si costruiscono giorno per giorno plasmandosi continuamente per mezzo dell’ambiente esterno che ci bombarda costantemente. Pubblicità, programmi tv e tutto ciò che, più in generale, vediamo attorno a noi ci identifica. Questo porta a considerare talune cose, come normali, nostre, accettabili e altre invece come assurde, irrazionali. Come detto prima quindi, l’ambiente esterno e tutte le situazioni che ci troviamo ad affrontare giorno per giorno, creano anche il nostro codice che seguiamo per dare giudizi sulle cose, sulle situazioni.
Converrete con me che lo scopo dei politici e dei governanti (quelli di oggi) sia quello di ottenere consensi e attrazione, quasi magnetica, su di sé. Per riuscire nell’intento è necessario fare in modo che il cittadino comune associ il politicante del caso a immagini esclusivamente positive e piacevoli. Ecco, per fare ciò, servendosi dei media, spesso si usano delle specifiche tecniche, che voglio mostrarvi qui di seguito, sinteticamente.

1- Distrazione

La tecnica base per ottenere consensi e controllo sociale è quella della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi di notevole importanza e dalle decisioni scomode prese dalle élite politiche attraverso l’imponente tempesta mediatica di continue distrazioni e di informazioni insignificanti, soprattutto riguardo decisioni politiche, di poco conto, dipinte come salvifiche per la popolazione. Ciò porterà il cittadino a essere continuamente occupato a riflettere e a prestare ascolto a notizie pressoché insignificanti in modo da non avere tempo e volontà, poi, di ragionare su temi d’importanza, invece, reale.

2- Contagocce

Per far sì che il popolo accetti una determinata scelta politica, che d’impatto sarebbe scomoda all’opinione pubblica, occorre proporla in modo graduale, goccia per goccia. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

3- Differire

Un altro modo è quello di far apparire una determinata scelta come dolorosa e necessaria, come un sacrificio che la comunità non può rifiutare, se ha intenzione di vivere un futuro migliore. Oppure altresì porlo nella condizione di accettare un sacrificio, anche considerevole, semplicemente posticipandolo. Costretto alla scelta, il cittadino accetterà un sacrificio futuro, per risolvere un problema immediato.

4- Problema-reazione-soluzione

Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo di far apparire quest’ultimo come volente le misure che si andranno a predisporre.
Ad esempio lasciare dilagare la violenza urbana o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo di far richiedere al pubblico stesso leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà, accettando così, presi dalla paura, anche provvedimenti, ad esempio, che violano la privacy. O anche creare una crisi economica per far accettare politiche comunitarie in modo da favorire l’istituzione di una sempre più presente comunità globale, dove tutto è regolato e coordinato da un unico ente.

5- Pubblico infante

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico o la moltitudine di convegni politici, usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni. Perché? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno. Oppure semplicemente, assumendo un tono infantile e sempliciotto, l’ascoltatore sarà disposto ad accettare descrizioni colorite e fantastiche, ad esempio, delle condizioni del paese oppure dei problemi del momento.

6- Sproloquio aulico

In antitesi con la tecnica espressa nel punto precedente, c’è quella che, personalmente, ho denominato “sproloquio aulico”. Sebbene siano l’una l’opposto dell’altra, paradossalmente ottengono lo stesso effetto. Quest’ultima consiste nel utilizzare, quando ci si ritrova nella situazione di dover dare spiegazioni del perché di certe azioni o dimostrare l’utilità di una certa legge, ad esempio, un linguaggio contorto e confusionario, costituito spesso da parole tecniche e complesse, che non fanno altro che portare l’ascoltatore a comprendere poco o nulla di quel che si dice. Ragionando su grandi numeri, la massa, per non mostrare la propria ignoranza o la sua scarsa capacità di comprendere sarà portata ad accettare qualsiasi cosa o a fingere di aver compreso di che si parla. Un esempio banale è quando, ad esempio, una persona parla e l’interlocutore, pur non capendo ciò di cui si sta colloquiando, continua imperterrito ad annuire con fare sicuro per non mostrare il proprio deficit.

7- Shock emozionale

Sconvolgere lo stato emozionale dell’individuo è la tecnica che maggiormente permette di far vacillare il senso critico dell’individuo e la sua capacità di riflettere razionalmente. Questo permette di indurre, senza troppa fatica, ad accettare certe idee, pensieri, ideologie, pratiche politiche. Ad esempio, la campagna mediatica spropositata applicata contro il rais Mu’ammar Gheddafi ha permesso di accettare e, quasi volere, una guerra immediata contro la “dittatura”.

8- Popolo bue

Si commenta da sé. Il popolo bue è più facile da comandare.

9- Moda dell’insulso

Spingere il popolo a credere che certi comportamenti, come quelli della ragazza tutta tette e niente cervello o del ragazzo che non studia e pensa a fare il ribelle, siano di moda e segni di affermazione sociale.

10- Auto-colpevolezza

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, questi, invece di ribellarsi, si svaluta ed è costantemente volto a considerarsi come inetto e inadatto. L’effetto principe è l’inibizione della sua azione. L’individuo ragionerà costantemente sul “Cosa posso fare io, da solo, che non valgo nulla?”, il che non farà altro che permettere che le cose rimangano così come sono.

11- Psicologia applicata

Il sistema governante, grazie allo sviluppo scientifico in diversi campi quali ad esempio la medicina, la biologia o la psicologia, ha raggiunto un livello di conoscenza del genere umano che va ben oltre a quello che noi, comunemente, crediamo. Questo permette loro di venire a conoscenza di quale pratiche e quali stimolazioni siano più efficaci per ottenere un determinato effetto. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto lui stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore e un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

12- Meriti e demeriti

Un classico in un sistema bipartisan come il nostro, consiste nell’assumersi tutti i meriti nel caso in cui un’azione porti a benefici e nello scaricare le colpe al casuale fluire degli eventi o, soprattutto, all’opposizione nel caso di effetti negativi. Questo non fa altro che, in ambiente di partito, a rendere ancora più forte la convinzione che “quegli altri”, cioè i partiti avversari, facciano semplicemente il male del paese. Ricordate lo slogan “Roma ladrona”?

13- Goccia nell’oceano

Si associa facilmente al punto 9 e consiste nel portare l’individuo a considerarsi come solo e isolato, o come uno fra tanti. Possibile, ad esempio, oscurando la visibilità di tutte quelle manifestazioni di massa (ad esempio il movimento 15M in Spagna) o enfatizzando l’imponenza delle istituzioni, dei governi e delle muraglie che egli, nel caso volesse ribellarsi, si troverebbe ad affrontare.

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