Porca puttana.
Sì, inizio così questo articolo che, poi, più che altro è una valvola di sfogo per tutte quelle dabbenaggini che ci propinano in tv e di cui molti di noi continuano a nutrirsi, quasi fossero legati ad un catetere dal quale non riescono proprio a liberarsi.
Ho lasciato alle spalle questo blog per qualche tempo, per vari motivi che non sto qui ad enumerarvi. Ma, santa miseria, sono arrivato al limite di sopportazione. Vedo troppa gente che inesorabile perdura nell’adulare il Sig. “Goldman Sachs” Mario Monti; vedo troppa gente che si illude che la sua grande manovra (anzi, ora sono due, prima la fase 1 e poi la fase 2, manco fosse un piano di guerra) possa salvare il paese. Vorrei provare a mantenere toni pacati, ma non ci riesco proprio.
Cristo santo, vi volete svegliare!? Ogni giorno nei tg e sui giornali, da mesi ormai continuano a rimbombare prepotenti due parole: debito e austerità. Molto belle, devo dire. Leggendo poi gli articoli e vedendo i servizi che ci costruiscono, su queste due belle parole, quasi mi commuovo. Sembra quasi che il Paese sia davvero ripartito, che abbiamo di nuovo ingranato la prima dopo anni persi a maneggiare con quel cambio, quasi fossimo alla prima lezione di guida. Ebbene, sono tutte puttanate. Anzi, Puttanate, con la p maiuscola. Il nostro problema non è il debito IN SÉ e l’austerità è un omicidio economico e la bastonata letale che trascinerà l’Italia (e gran parte dell’Europa) nel baratro.
A pensarci bene, potreste tranquillamente dire: “Ma chi sei tu per dirlo?”. Va bene, vi do ragione, non sono nessuno. Il problema, però, è che non è solo Steve, un cittadino qualunque, a dirlo! Il problema vero è che, tanto per citarni alcuni, sono Standard & Poor’s, Charles Dallara dell’Institute of International Finance o grandi economisti come Paul Krugman e Jan Hatzius a dirlo! Ma nessuno vuole prestare attenzione. I media non ne parlano e allora noi, peccando di sufficienza, ci accontentiamo di ciò che ci viene detto e sopportiamo questa assurda macelleria sociale che non farà altro che peggiorare la nostra situazione.
Non è il debito in sé il nostro problema, ché se fosse denominato in una moneta sovrana e NON in Euro, non causerebbe nulla, neppure fosse al 300% sul PIL. E non è necessario essere degli economisti di chissà quale livello per capirlo! Guardate l’evidenza! La Spagna che, come noi, è succube di una moneta non sovrana ha un debito pubblico che si aggira attorno al 60% del PIL. Per farvi un’idea dovete sapere che il nostro, secondo le previsioni, a fine 2012 dovrebbe raggiungere il 125,3% del Prodotto Interno Lordo. Ebbene, a rigor di logica, la Spagna dovrebbe stare sensibilmente meglio di noi, visto che il grande problema del debito che supera il PIL non ce l’ha. E invece no. Come sapete, vedete e leggete la Spagna è alla gogna da tempo, tanto da fare anch’essa parte dei cosiddetti PIGS (i Paesi maiali, quelli da buttare via, Portogallo Italia Grecia e, appunto, Spagna). E il perché non ve lo siete chiesti?
Altro esempio. Dal 1994 al 1998 l’Italia con moneta sovrana, stavolta, riuscì a raggiungere un rapporto d’indebitamento che toccò un massimo del 132%. A memoria ricordate qualche dramma mediatico riguardo alla crisi, al debito, all’austerity? Probabilmente no. Perché? Ve lo siete chiesti perché?
Altro esempio. Riporto un commento di Paolo Barnard riguardo un articolo apparso su La Repubblica del 13 Gennaio. L’articolo faceva così:
“A metà degli anni '90 l'Italia appariva, a giudizio della stessa agenzia di rating che oggi ha tagliato drasticamente il suo giudizio (proprio la Standard & Poor’s, nda), come una delle economie-leader dell'Unione europea con una crescita media annua superiore al 2% nell'ultimo decennio. S&P's apprezzava allora il record italiano di un tasso d'inflazione moderato (media del 5,8% nel decennio); la responsabile condotta della Banca d'Italia, nonostante il persistente elevato livello del disavanzo pubblico (stimato nel 9,4% del prodotto interno lordo nel 1994) ed il gravoso e crescente debito (124% del PIL); il forte tasso di risparmio (15% del PIL) e la concentrazione in mani nazionali ed europee del debito italiano”.
Ora leggete i commenti di Barnard, dati alla mano:
1) S&P's apprezzava allora il record italiano di un tasso d'inflazione moderato (media del 5,8% nel decennio) – Oggi l’Italia del ‘virtuoso’ Euro ha un’inflazione cha va dal 1,7% al 3%. Ma siamo alla gogna.
2) Nonostante il persistente elevato livello del disavanzo pubblico ed il gravoso e crescente debito (124% del PIL)[...] apprezzava il forte tasso di risparmio (15% del PIL) – Avete letto bene? Sì, benissimo, avete letto la parola ‘risparmio’, non ‘debito’ dei cittadini. E allora permettetemi di gridarlo: CON LA MONETA SOVRANA IL DEFICIT E L’ALTO DEBITO DELL’ITALIA ERANO IL RISPARMIO DEI CITTADINI, IL RISPARMIO! NON IL DEBITO DEI CITTADINI. Lo scriveva S&P, non Paolo Barnard o chissà chi altro. Il deficit e il debito pubblico italiani sono diventati il debito dei cittadini, e grido di nuovo, SOLO CON L’INTRODUZIONE DEL CATASTROFICO EURO, che è moneta non sovrana che l’Italia deve prendere in prestito dai mercati privati, e che non può emettere.
3) Nonostante la concentrazione in mani nazionali ed europee del debito italiano – esattamente come oggi, ma allora era debito in moneta sovrana, ecco la differenza.
Questo giusto per darvi un’idea con quale assenza di cognizione di causa si trattino questi temi e quanta disinformazione vi sia al riguardo.
Volete ancora un esempio di come il debito e l’austerità non c’entrino nulla? Ecco cosa ha dichiarato qualche giorno fa Standard & Poor’s: “Le riunioni dei leader della UE si concentrano sui temi sbagliati. L’adozione di pacchetti di austerità per ridurre i deficit non identificano i rischi reali. Infatti durante i primi 10 anni dell’Euro la Germania aveva uno dei deficit più alti in assoluto, mentre la Spagna aveva pareggio di bilancio”. Capite bene, loro stessi, per bocca di Moritz Kraemer ovvero uno dei più importanti analisti che si occupa di dare quelle tanto odiose BBB di cui sentiamo parlare, ci dicono che tutta questo patema riguardo il debito, di fatto, non è il problema centrale! La Spagna era un modello di disciplina di bilancio, ed è finita alla gogna. La Germania, con una pagella pessima, ha sempre volato. Perché? Perché, provo a ridirlo un’altra volta, il problema NON è il deficit. Il problema è l’Euro che è una moneta non sovrana, sono gli interessi che dobbiamo pagare a terzi, a scellerati privati, a caro prezzo.
La questione emblematica è che basterebbe un po’ di critica, di riflessione personale per capire che è decisamente impossibile anche solo pensare di risanare un’economia decimando la base monetaria di cui essa dispone praticando l'austerità. Come puoi far rinascere un Paese se privi il suo popolo dei soldi che ha in tasca? Soprattutto, poi, chiedendo allo Stato di mantenere pareggio in bilancio, ovvero di spendere non più di quanto incassa? Lo capirebbe un fagiano morto che se lo Stato spende 100 per noi, ma poi ci tassa 100, cioè fa il pareggio di bilancio, noi cittadini e aziende andiamo a zero nel portafogli. E come faranno cittadini e aziende a rilanciare l’economia se per anni andranno a zero coi loro risparmi? Lo dovete capire: la ricchezza di cittadini e aziende, senza l’apporto dei soldi dello Stato è una quantità fissa chiusa un contenitore stagno. Non aumenta, cioè i risparmi non aumentano da sé. Gira in tondo, passa da mano a mano, passa da qui a là, e da là a qui, e basta. La moneta non si crea dal nulla, il paese non cresce per caso, guadagnando di più, se non è lo Stato a buttarceli dentro questi soldi! E se, come oggi, la base monetaria di cui disponiamo è scarsa e in calo, chi può investire in produzione e in posti di lavoro? Nessuno, zero. E se, come oggi, un Monti ce la restringe ancora di più quella ricchezza attraverso la fantomatica austerità, ci saranno crisi e ancora crisi, ma volute a tavolino da questo sistema criminale. Lo Stato può salvare un Paese solo se può iniettare denaro nuovo in quel contenitore (che è la nostra economia) più di quanto gli tolga in tasse, cioè se NON farà il pareggio di bilancio. In questo modo noi cittadini e aziende avremo risparmio da investire in economia e occupazione. Ma questa iniezione vitale è possibile solo con una moneta che lo Stato può creare per sé, cioè una moneta sovrana, NON l’Euro. Non è il debito pubblico il problema, non è il deficit. Non ci salveremo con le austerità, anzi.
Ce lo grida il mondo intero, il vero dramma è una moneta non sovrana. Capitelo.
Oppure no, continuate pure a godervi lo spettacolo.
Attenzione, però: con lo sciopero dei camionisti rischiate di non potervi nemmeno comprare i pop corn; affrettatevi, le riserve nei supermercati stanno per finire.