... Popolo di marionette! ~ La Dura Verità

martedì 23 agosto 2011

Popolo di marionette!

Checché se ne dica, siamo costantemente manipolati dall’ambiente che ci circonda. Il nostro carattere e il nostro essere si costruiscono giorno per giorno plasmandosi continuamente per mezzo dell’ambiente esterno che ci bombarda costantemente. Pubblicità, programmi tv e tutto ciò che, più in generale, vediamo attorno a noi ci identifica. Questo porta a considerare talune cose, come normali, nostre, accettabili e altre invece come assurde, irrazionali. Come detto prima quindi, l’ambiente esterno e tutte le situazioni che ci troviamo ad affrontare giorno per giorno, creano anche il nostro codice che seguiamo per dare giudizi sulle cose, sulle situazioni.
Converrete con me che lo scopo dei politici e dei governanti (quelli di oggi) sia quello di ottenere consensi e attrazione, quasi magnetica, su di sé. Per riuscire nell’intento è necessario fare in modo che il cittadino comune associ il politicante del caso a immagini esclusivamente positive e piacevoli. Ecco, per fare ciò, servendosi dei media, spesso si usano delle specifiche tecniche, che voglio mostrarvi qui di seguito, sinteticamente.

1- Distrazione

La tecnica base per ottenere consensi e controllo sociale è quella della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi di notevole importanza e dalle decisioni scomode prese dalle élite politiche attraverso l’imponente tempesta mediatica di continue distrazioni e di informazioni insignificanti, soprattutto riguardo decisioni politiche, di poco conto, dipinte come salvifiche per la popolazione. Ciò porterà il cittadino a essere continuamente occupato a riflettere e a prestare ascolto a notizie pressoché insignificanti in modo da non avere tempo e volontà, poi, di ragionare su temi d’importanza, invece, reale.

2- Contagocce

Per far sì che il popolo accetti una determinata scelta politica, che d’impatto sarebbe scomoda all’opinione pubblica, occorre proporla in modo graduale, goccia per goccia. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

3- Differire

Un altro modo è quello di far apparire una determinata scelta come dolorosa e necessaria, come un sacrificio che la comunità non può rifiutare, se ha intenzione di vivere un futuro migliore. Oppure altresì porlo nella condizione di accettare un sacrificio, anche considerevole, semplicemente posticipandolo. Costretto alla scelta, il cittadino accetterà un sacrificio futuro, per risolvere un problema immediato.

4- Problema-reazione-soluzione

Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo di far apparire quest’ultimo come volente le misure che si andranno a predisporre.
Ad esempio lasciare dilagare la violenza urbana o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo di far richiedere al pubblico stesso leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà, accettando così, presi dalla paura, anche provvedimenti, ad esempio, che violano la privacy. O anche creare una crisi economica per far accettare politiche comunitarie in modo da favorire l’istituzione di una sempre più presente comunità globale, dove tutto è regolato e coordinato da un unico ente.

5- Pubblico infante

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico o la moltitudine di convegni politici, usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni. Perché? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno. Oppure semplicemente, assumendo un tono infantile e sempliciotto, l’ascoltatore sarà disposto ad accettare descrizioni colorite e fantastiche, ad esempio, delle condizioni del paese oppure dei problemi del momento.

6- Sproloquio aulico

In antitesi con la tecnica espressa nel punto precedente, c’è quella che, personalmente, ho denominato “sproloquio aulico”. Sebbene siano l’una l’opposto dell’altra, paradossalmente ottengono lo stesso effetto. Quest’ultima consiste nel utilizzare, quando ci si ritrova nella situazione di dover dare spiegazioni del perché di certe azioni o dimostrare l’utilità di una certa legge, ad esempio, un linguaggio contorto e confusionario, costituito spesso da parole tecniche e complesse, che non fanno altro che portare l’ascoltatore a comprendere poco o nulla di quel che si dice. Ragionando su grandi numeri, la massa, per non mostrare la propria ignoranza o la sua scarsa capacità di comprendere sarà portata ad accettare qualsiasi cosa o a fingere di aver compreso di che si parla. Un esempio banale è quando, ad esempio, una persona parla e l’interlocutore, pur non capendo ciò di cui si sta colloquiando, continua imperterrito ad annuire con fare sicuro per non mostrare il proprio deficit.

7- Shock emozionale

Sconvolgere lo stato emozionale dell’individuo è la tecnica che maggiormente permette di far vacillare il senso critico dell’individuo e la sua capacità di riflettere razionalmente. Questo permette di indurre, senza troppa fatica, ad accettare certe idee, pensieri, ideologie, pratiche politiche. Ad esempio, la campagna mediatica spropositata applicata contro il rais Mu’ammar Gheddafi ha permesso di accettare e, quasi volere, una guerra immediata contro la “dittatura”.

8- Popolo bue

Si commenta da sé. Il popolo bue è più facile da comandare.

9- Moda dell’insulso

Spingere il popolo a credere che certi comportamenti, come quelli della ragazza tutta tette e niente cervello o del ragazzo che non studia e pensa a fare il ribelle, siano di moda e segni di affermazione sociale.

10- Auto-colpevolezza

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, questi, invece di ribellarsi, si svaluta ed è costantemente volto a considerarsi come inetto e inadatto. L’effetto principe è l’inibizione della sua azione. L’individuo ragionerà costantemente sul “Cosa posso fare io, da solo, che non valgo nulla?”, il che non farà altro che permettere che le cose rimangano così come sono.

11- Psicologia applicata

Il sistema governante, grazie allo sviluppo scientifico in diversi campi quali ad esempio la medicina, la biologia o la psicologia, ha raggiunto un livello di conoscenza del genere umano che va ben oltre a quello che noi, comunemente, crediamo. Questo permette loro di venire a conoscenza di quale pratiche e quali stimolazioni siano più efficaci per ottenere un determinato effetto. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto lui stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore e un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

12- Meriti e demeriti

Un classico in un sistema bipartisan come il nostro, consiste nell’assumersi tutti i meriti nel caso in cui un’azione porti a benefici e nello scaricare le colpe al casuale fluire degli eventi o, soprattutto, all’opposizione nel caso di effetti negativi. Questo non fa altro che, in ambiente di partito, a rendere ancora più forte la convinzione che “quegli altri”, cioè i partiti avversari, facciano semplicemente il male del paese. Ricordate lo slogan “Roma ladrona”?

13- Goccia nell’oceano

Si associa facilmente al punto 9 e consiste nel portare l’individuo a considerarsi come solo e isolato, o come uno fra tanti. Possibile, ad esempio, oscurando la visibilità di tutte quelle manifestazioni di massa (ad esempio il movimento 15M in Spagna) o enfatizzando l’imponenza delle istituzioni, dei governi e delle muraglie che egli, nel caso volesse ribellarsi, si troverebbe ad affrontare.

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